Pd, Matteo Renzi furioso: “Non mi metteranno all’angolo”. Ma portavoce smentisce

di Redazione Blitz
Pubblicato il 27 Luglio 2013 - 05:00 OLTRE 6 MESI FA
Pd, Matteo Renzi furioso: "Non mi metteranno all'angolo". Ma portavoce smentisce

Matteo Renzi (Foto Lapresse)

ROMA – ”Hanno tentato il blitz per farmi fuori ma non ci riusciranno a mettermi nell’angolo”: Matteo Renzi non è contento di com’è andata alla direzione del Pd di venerdì 26 luglio. Vuole combattere sulle regole per le primarie. E resta deciso a candidarsi alla guida del Pd.

Luca Lotti, braccio destro dell’ex rottamatore, aveva già avvertito il sindaco che, a parte la data, in direzione non ci sarebbe stato accordo. E d’altra parte da giorni i renziani temevano un colpo di mano della maggioranza del partito per ostacolare la candidatura di Renzi al congresso. Eppure il sindaco ha preferito venire a Roma e restare, per la prima volta, fino alla fine della riunione, segnale che, anche dopo la direzione, i suoi interpretano come il fatto che ormai il sindaco ha tratto il dado e si candiderà.

Ma la forzatura, proposta da Dario Franceschini e sulla quale, pur con sfumature meno esplicite, sono d’accordo i bersaniani e Areadem, per il sindaco ”è inaccettabile”. Pur di non far candidare Renzi, è il ragionamento che circola in ambienti vicino al sindaco, i maggiorenti del Pd sono pronti a rinunciare al tratto distintivo del Pd, le primarie aperte, e ”a tornare ai vecchi congressi Pci e Dc”. Condannandosi così ”ad una nuova sconfitta elettorale”.

La novità, però, è che contro la chiusura della platea il sindaco non è solo: in direzione intervengono i tre candidati ufficiali Gianni Cuperlo, Pippo Civati e Gianni Pittella. D’altra parte l’effetto della modifica delle regole (primarie aperte per candidato premier, voto degli iscritti per il segretario) rischia di essere dirompente nell’elettorato. E Renzi, non uso ad applaudire tutti gli interventi, sottolinea battendo le mani sia il ‘no, grazie’ di Cuperlo sia l’accorato appello di Rosy Bindi.

A fine giornata il bilancio del sindaco è: ”L’unica cosa certa, che è uscita, è la data”. E che c’è tempo fino a mercoledì prossimo, o al peggio all’assemblea del 14 settembre, per impedire che le regole cambino a suo svantaggio.

In serata, a placare definitivamente le acque, prova il portavoce del sindaco, Marco Agnoletti: ”Matteo Renzi non ha mai pronunciato le parole che gli sono state attribuite dalle agenzie di stampa in merito alla direzione del Pd. Renzi non è ‘furioso’ e le frasi a lui attribuite sono false”.