Pd, Bersani prepara fronda anti-Renzi. “Lui Segretario? Chi iscrive Briatore?”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 13 Giugno 2013 - 10:13 OLTRE 6 MESI FA

Pd, Bersani contro Renzi: "Lui segretario. E chi iscrive Briatore?"ROMA – “Che cosa vuole fare Renzi? Il premier? Quello lo abbiamo già ed è Enrico Letta. Allora vuole fare il segretario? E che cosa pensa di fare: di iscrivere Briatore e gente così?“. Dopo il documento anti-Renzi, Pier Luigi Bersani non va per il sottile ed è pronto a preparare una fronda anti-Renzi, anche se sta trovando non poche difficoltà a trovare chi lo segua.

“Io sono contrario al partito del leader e a chi vuole fare un partito personale. Le forze di questo tipo stanno declinando, basti pensare al Pdl di Berlusconi o al Movimento 5 Stelle di Grillo, e dovremmo essere noi del Pd a fare un partito del genere?”, dice Bersani. Che cosa vuole, quindi, l’ex segretario? “Io non voglio niente per me, io voglio essere solo il federatore di quelli che sono contro il progetto di un partito personalistico. Io sono un emiliano: per me il partito è una cooperativa, non una spa“.

Maria Teresa Meli per il Corriere della Sera spiega:

Bersani punta a sbarrare il passo al sindaco rottamatore. Il suo piano è questo ed è scritto nero su bianco sul documento stilato dai suoi sostenitori: i segretari locali del Pd verranno scelti prima del leader nazionale e solo dagli iscritti, non più dagli elettori, mentre il partito si trasformerà in un partito federato. Tradotto dal politichese all’italiano: Renzi si troverebbe ingabbiato, con un apparato già preconfezionato dalla precedente gestione e quindi fedele alla vecchia maggioranza interna e un gruppo parlamentare che ricalca equilibri interni del passato. Un modo per dissuadere il sindaco dall’idea di scendere in campo. “Hanno paura e vogliono fregarmi”, ha spiegato Renzi ai suoi.

Però sulla strada imboccata, il Bersani federatore “anti-renziano” che prepara una fronda contro il sindaci di Firenze sta trovando più di un ostacolo e il suo schieramento rischia di sfaldarsi. Tanto per cominciare, il documento non è firmato perché quelli che lo avrebbero sottoscritto non erano tantissimi e mediaticamente sarebbe stato un boomerang. E poi nella vecchia maggioranza si stanno aprendo nuove crepe. Dario Franceschini, per esempio, sta cominciando a prendere le distanze. Il ministro per i rapporti con il Parlamento, che ieri ha riunito i suoi, è stato chiaro: “Ci vuole un leader nuovo e ci vuole una politica nuova”. Insomma, ha aperto a Renzi.