Pdl, Berlusconi recluta Alfio Marchini come anti-Renzi?

di Redazione Blitz
Pubblicato il 13 Giugno 2013 - 11:15 OLTRE 6 MESI FA
Pdl, Berlusconi recluta Alfio Marchini come anti-Renzi?ROMA – Chi può essere l’anti-Renzi del centrodestra? Silvio Berlusconi un nome ce l’ha: Alfio Marchini. Il leader del Pdl infatti da settimane studia le performance televisive che hanno portato tre settimane fa Marchini a strappare quasi il 10 per cento a Roma, raccogliere 110 mila preferenze quasi dal nulla, ma soprattutto a “bucare il video”, una caratteristica che a Berlusconi piace molto e che ultimamente il Pdl non ha.
Berlusconi è convinto che Marchini possa essere il volto giusto, quello sul quale investire. E quindi se davvero l’ex premier dovesse essere costretto a farsi da parte, ma anche se Matteo Renzi dovesse prendere le redini del Pd e candidarsi lui alla premiership, ecco la soluzione possibile. Quarant’anni di scarto per Berlusconi sarebbero davvero troppi rispetto all’avversario democratico.
Carmelo Lopapa su Repubblica spiega:
Raccontano che due giorni fa il leader Pdl si sia fatto contattare personalmente l’outsider della competizione romana, per complimentarsi per il risultato, sondarne gli umori, soprattutto per complimentarsi per la neutralità tra il primo e il secondo turno, quando di fatto Marchini si è eclissato. Adesso da neofita della politica quello non vuol farsi da parte e un Berlusconi messo alle strette dall’anagrafe e dalle sentenze non vuole lasciarsi soffiare l’occasione. Convinto com’è che nessuno dei dirigenti del Pdl, nemmeno i rampanti quarantenni, abbia le chance mediatiche di quel volto nuovo e piuttosto telegenico.
Berlusconi rientra a Roma e invita a cena venti tra deputati, senatori, dirigenti di partito, rimasti a Palazzo Grazioli fino a tardi. Stasera toccherà ai ministri Pdl del governo Letta. Con tutti loro si è guardato bene, tra una portata e l’altra, di accennare al piano top secret che porterebbe al coinvolgimento di Marchini. Ancora tutto da sperimentare, del resto. Ieri sera, al tavolo del capo, Alfano a Verdini, la Santanché e la Carfagna, passando per Cicchitto, Gasparri. Invitato pure Raffaele Fitto, sempre più scettico sulla gestione del partito, sebbene intenzionato per ora a restare fuori da coordinamenti e ruoli direttivi. E poi Bernini, Gelmini e i capigruppo Brunetta e Schifani, il portavoce Bonaiuti. Da vertice ristretto a plenum, per ascoltare, rassicurare i tanti allarmati dalle voci su un nuovo “predellino” in arrivo.