Primarie Pd, la notte di Matteo Renzi. L’affluenza lo premia: quasi 3 milioni

di redazione Blitz
Pubblicato il 8 Dicembre 2013 - 20:54 OLTRE 6 MESI FA
Primarie Pd, i protagonisti: Renzi, Cuperlo e Civati (Foto Ansa)

Primarie Pd, i protagonisti: Renzi, Cuperlo e Civati (Foto Ansa)

ROMA – E’ la notte di Matteo Renzi. A seggi chiusi, un primissimo e parziale dato diffuso dal comitato del sindaco annuncia: “Siamo al 70%”.

Certo, si riferisce solo a 260mila schede, quando i voti sono stati circa 3 milioni. Gli sfidanti Gianni Cuperlo (dato al 18% dalla stessa prima rilevazione) e Pippo Civati (al 12%) poco dopo la chiusura dei seggi non danno nulla per scontato ma l’atmosfera è chiara, è la notte del sindaco.

Anzitutto a parlare è l’affluenza: quasi 3 milioni. Oltre le aspettative delle previsioni. Significa che le primarie Pd reggono, che il Pd stesso regge, nonostante la popolarità del governo a guida democratica non sia alle stelle, nonostante il pungolo del M5S. Il dato è nelle parole di Guglielmo Epifani:

L’affluenza alle primarie del Pd “va oltre ogni previsione” delle scorse settimane. Alle 17 era quasi lo stesso numero del 2009 per cui “alla fine a chiusura dei seggi si avvicinerà al dato finale dell’epoca” (che fu di tre milioni).

Primarie: i numeri delle passate edizioni. Nel 2007 per eleggere Walter Veltroni andarono in 3,5 milioni e nel 2009, quando vinse Pier Luigi Bersani furono 2,8 milioni. E’ chiaro che un’affluenza di un milione sarebbe stata un flop. Fino a poche ore prima dell’apertura dei seggi nessuno avrebbe scommesso su due milioni, invece sono quasi 3. Chiunque sia il vincitore alla fine dello spoglio sarà segretario con un appoggio pieno, solido, dato proprio dalla partecipazione al voto.

Il voto di Romano Prodi. L’ex premier ha rotto gli indugi solo recentemente. In passato aveva detto che non avrebbe votato alle primarie, poi ci ha ripensato. Ha votato nella sua Bologna e fuori dal seggio ha parlato di dar spazio alle nuove generazioni, un indizio chiaro sulla sua preferenza fuori dall’apparato del “vecchio” Pd:

“Le primarie sono il momento dello scontro democratico, quello che io raccomando è che sia il vincitore sia quelli che perderanno abbiano l’obiettivo di fare una squadra, diretta da chi ha vinto, ma con gli equilibri e le mediazioni che rendono forte un partito politica. E’ ora che una nuova generazione venga avanti, lo hanno chiesto tutti, io l’ho fatto, credo che sia giusto e che sia stato anche gradito”.