Raffaele Marra (ex braccio destro Raggi) condannato per nomina fratello in Campidoglio

di Alberto Francavilla
Pubblicato il 26 Settembre 2019 - 16:34 OLTRE 6 MESI FA
Raffaele Marra condannato a 1 anno e 4 mesi per la nomina del fratello Renato in Campidoglio

Raffaele Marra in una foto d’archivio Ansa

ROMA – E’ stato condannato a 1 anno e 4 mesi di carcere Raffaele Marra, ex capo del personale del Comune di Roma, per l’accusa di abuso di ufficio in relazione alla nomina del fratello Renato a responsabile del dipartimento Turismo del Campidoglio. Si tratta della stessa vicenda che ha riguardato la sindaca Virginia Raggi, assolta nel novembre scorso dall’accusa di falso.

I giudici della ottava sezione penale hanno, quindi, accolto l’impianto accusatorio della Procura di Roma. L’11 giugno scorso il pm Francesco Dall’Olio aveva sollecitato per Marra una condanna a due anni di reclusione. Nel dicembre scorso l’ex alto funzionario del Campidoglio è stato condannato a 3 anni e sei mesi per una vicenda che lo vedeva imputato per corruzione.

Presente in aula l’ex alto dirigente comunale non ha avuto alcun tipo di reazione alla lettura della sentenza. I giudici hanno, di fatto, accolto l’impianto accusatorio del pm Francesco Dall’Olio che nel giugno scorso aveva sollecitato una condanna a due anni di carcere. Per il rappresentante dell’accusa, nell’autunno del 2016, Raffaele Marra ha avuto un “ruolo assolutamente attivo nelle procedure di interpello” relative alla nomina del fratello Renato. Nomina, poi congelata dalla sindaca e infine revocata anche alla luce dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere che raggiunse Marra nel dicembre di tre anni fa per un’altra vicenda giudiziaria riguardante la compravendita di un appartamento in cui il dirigente era accusato di corruzione e per la quale è stato condannato a 3 anni mezzo nel dicembre del 2018.

Nella requisitoria il pm aveva ricostruito i vari passaggi che portarono a quella nomina. “Il reato con dolo intenzionale si e’ consumato nella riunione del 26 ottobre del 2016 nell’ufficio di Raffaele Marra – affermò in aula il sostituto procuratore – che all’avvocato Antonio De Santis e all’assessore al Commercio Adriano Meloni fece il nome del fratello per il quale adottò un comportamento preferenziale che determinò un’ipotesi di vantaggio economico ingiusto in relazione alla mancata chance degli altri concorrenti per quella nomina”. Il rappresentante dell’accusa aggiunse che “la riunione si chiuse col gradimento di Meloni per la scelta del nome e la comunicazione della notizia a Renato che, avendo certezza del posto, inoltrerà la domanda”.

Marra, per la procura di Roma, in poche parole “avrebbe dovuto astenersi e non lo fece”. La nomina del fratello Renato, all’epoca vicecomandante della Polizia Locale, avrebbe comportato un aumento dello stipendio pari a 20mila euro lordi l’anno, passando da una prima a una terza fascia retributiva. La tesi accusatoria è stata sempre respinta dall’imputato che nel corso dell’udienza davanti ai giudici della ottava sezione penale si è dichiarato “assolutamente innocente”. “Sono stato estraneo nella procedura di interpello che nasce su iniziativa della sindaca Raggi – affermò Marra – che ha potere esclusivo e autonomo nelle scelte e nell’assegnazione degli incarichi”.

L’imputato in quella circostanza aggiunse che la procedura di nomina era di “natura esplorativa e non certo comparativa, tanto è vero che la sindaca poteva conferire incarichi anche indipendentemente dalla presentazione delle istanze. Anche io, come altri dirigenti, fummo oggetto di valutazione senza aver presentato istanze. Quanto all’incremento retributivo che nel caso di mio fratello sarebbe passato dalla prima alla terza fascia, era già indicato nella procedura di conferimento dell’incarico”. Le motivazioni della sentenza saranno depositate tra 90 giorni.

Chi è Raffaele Marra.

Raffaele Marra, 44 anni, ex dirigente del Comune di Roma, è considerato un fedelissimo della sindaca Virginia Raggi ma è inviso a parte del M5S romano e nazionale a causa del suo passato politico. La scelta di Marra, dirigente del Comune, come vice capo di gabinetto della sindaca era stata infatti molto contestata dentro il M5S per le passate esperienze del dirigente con la governatrice della Regione Lazio Renata Polverini e con il sindaco della capitale Gianni Alemanno. Marra è stato anche dirigente della polizia municipale. 

I rapporti con Virginia Raggi si consolidano nella precedente consiliatura, quando il Movimento Cinque Stelle con i suoi quattro consiglieri era all’opposizione del Pd. La sindaca pentastellata quando entra in Campidoglio lo vuole subito con sé affidandogli il delicato compito di vicecapo di Gabinetto vicario quando il capo di gabinetto era Daniele Frongia (ora vicesindaco). Dopo alcune polemiche sul suo passato che agitano lo stesso M5S, Raggi gli toglie le funzioni vicarie lasciandolo per un periodo solo vice capo di gabinetto. I mal di pancia nel movimento non si arrestano, tanto che la deputata del M5S Roberta Lombardi in post infuocato lo definisce “il virus che ha infettato il Movimento”.

A seguito delle polemiche Marra è stato quindi ricollocato altrove, alla guida del Dipartimento Organizzazione e Risorse umane del Campidoglio, che si occupa dei circa 24 mila dipendenti del Campidoglio, fino a 60 mila comprese le aziende partecipate da Roma Capitale. Come dirigente di ruolo del Campidoglio Marra aveva nel 2015 un compenso di 114.400 euro, secondo il sito del Comune. 

Ma non è tutto. L’Authority anticorruzione (Anac) e la procura di Roma indagano sulla nomina alla direzione turismo del Campidoglio di Renato Marra, fratello di Raffaele. E’ l’effetto di un esposto presentato il 14 novembre dall’associazione dei consumatori Codacons, che chiedeva di accertare la possibile violazione dell’articolo 7 del codice di comportamento dei dipendenti pubblici, in vigore dal 2013 (‘il dipendente si astiene dal partecipare all’adozione di decisioni o ad attivita’ che possano coinvolgere interessi propri, ovvero di suoi parenti, affini entro il secondo grado’), ma anche responsabilità penalmente rilevanti quali il reato di abuso di ufficio. (Fonte Ansa).