Regionali. Gli avvocati del premier: “La legge è stata violata”

Pubblicato il 4 Marzo 2010 - 20:57 OLTRE 6 MESI FA

Tutti gli avvocati del presidente, la questione delle liste e dei listini deve essere risolta. Un pool di giuristi dello studio Medugno sta lavorando da ieri senza sosta per istruire i ricorsi ai Tribunali Amministrativi di Lazio e Lombardia. L’avvocato Federico Freni parte del team spiega su quali basi si fonderà il ricorso del Pdl: «La legge parla chiaro, ed è stata violata. La disposizione prevede che il cancelliere debba comunque ricevere la lista, anche se è presentata in ritardo: solo successivamente, poi, si potrà procedere ad un esame di validità. E la lista del Pdl non è stata affatto ricevuta, la commissione si è rifiutata di riceverla, come avrebbe invece dovuto fare».

Tutto questo secondo il giurista è documentato e provato: «Ci sono delle incongruenze nella linea tenuta dalla Corte d’Appello. Alle ore 11 e 35 i delegati di lista del Pdl entrano in Tribunale, e questo è provabile dalle risultanze, ed è la stessa Corte d’Appello a metterlo per iscritto. Dunque, entrambi i delegati erano presenti in orario: poi uno si allontana, ma l’altro rimane. Poi scoppia un pandemonio, e la lista non viene ammessa. È talmente vero che i due delegati fossero all’interno dell’edificio che la scatola con le firme è rimasta esattamente dove loro erano: accanto all’ufficio preposto a riceverla». Anche se la lista non è stata presentata in orario, afferma Freni: «La giurisprudenza del Consiglio di Stato è molto chiara in materia: è sufficiente che i rappresentanti di lista si trovino all’interno del locale entro l’ora stabilita, perché essa possa validamente essere presentata». Tutta colpa quindi del momento concitato in cui si sono travati i due delegati del Pdl che sostengono di essere stati fisicamente impediti a rientrare.

I legali possono provarlo, assicura l’avvocato: «Abbiamo testimonianze, già raccolte, dell’atteggiamento scorretto di alcuni militanti di altri partiti e del loro ostruzionismo». Pertanto la speranza degli avvocati del premier è che il Tar consenta «di presentare la lista perché, ripeto, non è successo che la lista sia stata accettata e poi dichiarata invalida: essa, al momento, non esiste, non risulta presentata, come se i nostri delegati quella mattina fossero rimasti a casa a dormire».