ROMA – Renzi 15.859 euro in banca. Questo c’è sul conto corrente in banca di Matteo Renzi che esibisce i pochi soldi in televisione in una delle tante puntata della campagna elettorale. Esibisce i pochi soldi e ci tiene ad aggiungere come quei 15 mila e rotti siano meno di quanti ne avesse prima di fare il premier.
Che Renzi non si sia arricchito facendo il premier non dovrebbe stupire neanche un po’. E invece è praticamente sicuro che la circostanza desterà ampia incredulità. Non dovrebbe stupire neanche un po’ perché la retribuzione dei ministri (a differenza di quella dei parlamentari) è relativamente bassa. Non ci si arricchisce con gli stipendi da ministri (e neanche con quelli da sindaco). A guadagnare ben di più dei ministri, tanto per saperlo, sono i consiglieri regionali.
Renzi non è stato parlamentare nella scorsa legislatura, tanto meno consigliere regionale, quindi con migliaia di euro netti a fine mese non superiori alle dita di una mano la fame non faceva certo ma neanche certo si arricchiva. Quindi quei 15 mila e rotti non dovrebbero stupire neanche un po’.
Ma c’è da scommettere sicuri di vincere che mezza Italia sospetterà: sì, quei 15 mila si vedono…e gli altri che non si vedono? E tanta brava gente all’idea che i ministri siano pagati relativamente poco reagirà come di fronte alla e parole del maligno: fuggirà per non sentirle. E comunque a Renzi, si fosse anche fatto francescano e avesse donato perfino la veste oltre agli averi, ben più di mezza Italia non darebbe riconoscimento. Renzi è per distacco l’imputato numero uno dei mali d’Italia. Anche di quelli che ha curato. Renzi è qui e oggi senz’altro il premier delle antipatie della pubblica opinione italiana.
Renzi è antipatico alla gente tanto quanto può essere antipatico e insopportabile a un bambino un medico che gli prescrive l’iniezione e gli dice che se ha preso la bronchite è colpa sua e non della fata del cattivo inverno. Antipatico e insopportabile tanto quanto quello stesso medico che poi, una volta prescritte a voce le medicine, non controlla vengano davvero prese e la bronchite non se ne va…
E’ talmente antipatico alla pubblica opinione Renzi che il suo partito, il Pd, è qui e oggi quello più dissanguato dai sondaggi elettorali. Qui e oggi viene accreditato viaggiante appena sopra il 20 per cento. E al 20 per cento o sotto tale cifra se davvero andasse così il Pd la settimana dopo il voto si dissolverebbe.
Da ogni parte dell’elettorato si vuole punire il Pd. Dalla sinistra di Grasso-Boldrini, strategia D’Alema: Pd punito dal voto, cioè Pd che si libera da Renzi e noi ce lo riprendiamo, magari mentre costruiamo qualche accordo anche di semi governo con M5S.
Punire il Pd vogliono anche gli eterni e non poco farisei delusi del Pd e della sinistra (delusi dalla sinistra, autentica categoria sociologica ormai). Punire il Pd vogliono i risparmiatori di cui sono stati salvati i risparmi. Punire il Pd vogliono i prof di cui 120 mila sono stati assunti in cattedra. Punire il Pd vogliono i giovani senza lavoro, i senza lavoro di cui circa un milione un lavoro lo hanno avuto sia pure in tanti lavoro a tempo determinato…Quindi Renzi, cioè pochi soldi in banca e pochi voti alle elezioni.
A proposito di voti, freschi sondaggi ci informano che il cinquanta per cento, la metà, uno su due, una cifra enorme dei giovani tra i 18 e i 24 anni hanno l’intenzione di non andare a votare il 4 di marzo. Gli stessi sondaggi offrono a quel 50 per cento di astenuti prossimo venturi abbondanza di giustificazioni e coperture preventive: niente punti di riferimento, solitudine e abbandono (qualunque cosa vogliano in concreto dire queste parole messe a frollare).
Ma, a raccontarla giusta, la protesta o la ribellione sono solo parte esigua di quel 50 per cento di non voto promesso. La parte più cospicua e rilevante di quel 50 per cento di non voto promesso è l’indifferenza, l’apatia civile, l’ignoranza, il vivere la condizione di cittadino in stato di animazione sospesa. Se hai tra i 18 e i 24 anni e te ne freghi in ogni forma e in ogni modo delle elezioni nel tuo paese sei tu parte bella grossa del problema, altro che parte della soluzione.