Salvini: “Devo dar da mangiare a 60 mln di italiani”. Menù: minibot invece che euro

di Lucio Fero
Pubblicato il 7 Giugno 2019 - 11:29 OLTRE 6 MESI FA
Matteo Salvini: "Devo dar da mangiare a 60 mln di italiani". Menù: minibot invece che euro

Salvini: “Devo dar da mangiare a 60 mln di italiani”. Menù: minibot invece che euro (foto d’archivio Ansa)

ROMA – Salvini per spiegarsi bene (guarda un po’ in campagna elettorale, comizio di piazza con ovazione) è ricorso ad una espressione a metà tra la metafora e l’iperbole: “Se mio figlio ha fame e la Ue mi dice non devo dargli da mangiare, io glielo do da mangiare…io ho 60 milioni di figli e devo dar loro da mangiare…”.

Si spiegava benissimo in piazza il Capitano della Lega, spiega quel su cui avevano appena convenuto lui stesso e Di Maio. E cioè per adesso (e per domami) prendiamocela con la Ue.

Al mattino successivo al comizio di Salvini, Di Maio andava a Radio 24 a raccontare l’improbabile geografia di un Mario Draghi buono perché chiede all’Italia piano di rientro dal debito a medio termine, Commissione Ue invece cattiva perché chiede all’Italia tagli ai servizi ai cittadini.

In realtà la Commissione all’Italia non ha chiesto nulla, ha solo presentato i conti da cui si legge con evidenza che l’Italia non ha ridotto il debito nel 2018, non lo farà nel 2019 e neanche nel 2020. Punto. E’ Salvini a nome di tutto il governo italiano che ha risposto: di debito ne faremo ancora. Spiegandola per il popolo elettore con la metafora/iperbole dei 60 milioni di figli affamati.

In realtà Draghi non è stato per nulla buono o buonista verso l’Italia, Di Maio ha omesso di ricordare che Draghi ha suggerito all’Italia un piano di rientro dal debito a medio termine sì ma finalmente “credibile”. Credibile, cosa che finora il governo italiano non ha prodotto né pare proprio abbia voglia di produrre.

Il fatto, la notizia, il dato politico è che Salvini e Di Maio si riparlano, fanno sapere che il governo va avanti e il tutto su una unica e sola piattaforma di intesa: la polemica, la propaganda e il progetto anti Ue. Il tutto accompagnato da una giaculatoria propria di Di Maio: “Parleremo con i politici, non con i burocrati”. Quali politici invoca, aspetta, immagina di trovare Di Maio in Europa? Non c’è politico in Europa, né tra i Popolari, né tra i socialisti, né tra i Verdi o i Liberali e tanto meno tra i nazionalisti e sovranisti di nessun paese disposto a garantire e sottoscrivere per nuovo e ulteriore debito italiano.

La polemica, la propaganda anti Ue per navigare bordeggiando la crisi di governo o per mettere le vele a questo vento in caso di crisi o elezioni anticipate. Ma anche progetto per continuare. La metafora/iperbole di Salvini sul “dare da mangiare” agli italiani va presa sul serio. Da mangiare cosa?

Il menù in allestimento (ogni tanto ne fanno vedere un’anticipazione) prevede che in tavola arrivino prima o poi i minibot. Cosa sono i minibot? Letteralmente pezzi di carta. Probabilmente pezzi di carta che somigliano ma non sono banconote. Pezzi di carta su cui sopra c’è scritto: 5, oppure 10 o 50 o 100 o 200. Cinque, dieci, cinquanta, cento, duecento cosa? In immagine, in ammiccamento, in imitazione cinque, dieci, cinquanta, cento, duecento euro. Ma i minibot non sono euro. Proprio no. Per nulla euro.

I minibot cari soprattutto alla Lega (ma M5S alla lunga ci sta) sono pezzi di carta che lo Stato italiano metterebbe in circolazione. Solo in Italia assicura il papà dei minibot, il leghista Borghi. Assicurazione ridondante, infatti è difficile immaginare che qualcuno fuori d’Italia accetti come titoli di debito pezzi di carta. Dunque lo Stato italiano mette in giro pezzi di carta su cui lo Stato italiano scrive una cifra, pezzi di carta che fanno finta di essere euro. In realtà sono cambiali, mini cambiali sulla garanzia unica e sola dello Stato italiano.

La garanzia che l’euro sia moneta e non carta, denaro e non carta, ce la mette tutta Europa, tutti gli Stati e le finanze dei paesi dell’Unione. La garanzia sui minibot sarebbe (sarà) tutta e sola italiana. Quindi il minibot finge di essere euro, finge di valere altrettanto ma proprio no, non vale altrettanto. Il minibot è una moneta furbetta del paesino. Come ha detto Draghi: “o è illegale o è debito”. Ma Borghi ha risposto: “E’ debito ma circola solo in Italia”. Quindi è debito non garantito se non dall’Italia, è una cambiale che vuole girare come fosse euro ma che non ha le garanzie dell’euro di essere onorata.

Con questi pezzi di carta travestiti da euro il progetto della Lega è si possano pagare le tasse o la benzina all’Eni o tutte le transazioni in cui di mezzo c’è lo Stato. Ufficialmente, al primo stadio. Poi in minibot potrebbero essere pagata una mini parte di stipendi pubblici e pensioni. Poi…Non a caso chi guarda dall’estero individua nei minibot (se e quando arrivassero) il primo passo della via che porta l’Italia fuori dall’euro.

L’idea della Lega non è proprio l’Italia fuori dall’euro, l’idea è un’Italia che è dentro il sistema euro per quel che le conviene (commerci-finanziamenti) ma che al suo interno fa circolare una doppia moneta che la tenga fuori dal sistema euro per quel che riguarda deficit e debito. Insomma un posto a tavola dove si mangia carne e pesce di qualità con le regole di coltello e forchetta, però con il diritto di prendere le pietanze con le mani e anche con, se capita, rutto libero.

Alla modica e ingegnosa condizione per i 60 milioni di italiani che Salvini sente il dovere di sfamare: che mangino in minibot e non in euro. Ci stanno oggi gli italiani? Coro di sì dalle urne. Ci staranno domani se e quando davvero in tasca e in busta un po’ di minibot invece che euro? In ogni caso se la saranno voluta.

E Salvini, quel Salvini dei 60 milioni di figli da sfamare? Assomiglia all’evangelico moltiplicatore di pani e pesci? Assomiglia di più ad una immagine rovesciata di quella che non hanno pane, date loro brioches. Minibot invece che euro, simil pane invece che pagnotte.