Servizio Pubblico, Berlusconi: “Crisi colpa di Monti”. Sindrome di Stoccolma?

di Emiliano Condò
Pubblicato il 11 Gennaio 2013 - 01:13 OLTRE 6 MESI FA
Silvio Berlusconi e Michele Santoro (foto Ansa)

ROMA – Mario Monti definito una “testa dura”. Imu votata per “costrizione”.  I professori “montati” che hanno gonfiato la crisi mentre “io non ho nessuna colpa”. E ancora i “soliti” comunisti. Silvio Berlusconi fa il suo spettacolo da Michele Santoro: resiste tutta la puntata di Servizio Pubblico, piazza l’affondo finale e, a lungo, dà l’impressione di divertirsi più del suo avversario. 

Sembra quasi che si verifichi una nuova edizione della Sindrome di Stoccolma, dell’intricato rapporto tra carceriere e carcerato, dove alla fine quel che dicono Sant0ro e Travaglio diventa irrilevante: Berlusconi fa passare il suo di messaggio e alla fine, come Giulietti aveva previsto, ha vinto lui, Berlusconi.

Il veleno della trasmissione è tutto o quasi nella coda, quando  Berlusconi si sostituisce in posto e “stile” a Marco Travaglio e legge una lunga lettera che fa imbufalire Michele Santoro. Per il resto il duello nell’arena di Servizio Pubblico è uno “show” che segue più o meno le previsioni della vigilia.

Berlusconi si presenta nella tana del lupo in forma e battagliero. Prima stringe la mano ai suoi due avversari poi ascolta con pazienza il monologo iniziale di Santoro, quello che introduce l’arena. Lo “show” ci mette qualche minuto a entrare nel vivo, complice anche un servizio sulla crisi economica che “dilata” i tempi della trasmissione.

I toni si accendono per la prima volta dopo una mezz’ora secondo un canovaccio che finirà per ripetersi più volte nella trasmissione: Berlusconi attacca Monti e Santoro gli ricorda i suoi otto anni negli ultimi dieci al governo. Perché una cosa appare chiara da subito: Berlusconi vuole usare Santoro come spalla. Risponde alle provocazioni e punge, spesso scherza. Ma il suo obiettivo vero è Mario Monti. Non a caso solo in un momento della trasmissione, nel gelo dello studio, il Cavaliere “spara” sulle sinistre comuniste. Il resto è un elenco di errori fatti da quella “testa dura”, così lo definisce,  di Monti.

Primo errore è l’Imu, che Berlusconi racconta di essere stato costretto a votare. Santoro mastica amaro e attacca. Berlusconi elude senza rispondere e spiega a chi lo guarda in tv che la crisi si è aggravata per gli errori dei professori e che lui “non ha nessuna colpa”. E’ la prima di una serie di accuse, tutte rivolte a Monti. Bersani è il grande assente dei discorsi di Berlusconi che evidentemente, giocando in casa di Santoro, non pensa di poter portare via voti al Pd e punta dritto al presidente del Consiglio.

Santoro cerca di mettere in difficoltà Berlusconi sui temi europei. Il Cavaliere vacilla e non sempre risponde in modo convincente. Quando Santoro lo mostra al telefono con Angela Merkel infastidita il Cavaliere racconta di essere al telefono col premier turco Erdogan. Neppure Santoro, però, è sempre preciso. Ricorda la lettera della Bce ma omette il riferimento alle pensioni. Berlusconi, però, punta al bersaglio grosso e non alle finezze.

Capitolo a parte è il confronto con Travaglio che per l’occasione raddoppia i monologhi. Entrambi, ovviamente, dedicati alle vicende giudiziarie di Berlusconi, dallo stalliere Vittorio Mangano fino al Bunga Bunga. Il Cavaliere vacilla all’inizio, interrompe subito Travaglio per puntualizzare , poi ascolta. Ha nel taschino la risposta, quella che arriva a fine trasmissione: una letterina con tutti i processi di Travaglio.

Ad arrabbiarsi è Santoro che parla di “patti violati” (il non entrare nel merito dei processi). Alla fine Berlusconi torna a posto soddisfatto pulendo platealmente la sedia dove per qualche minuto si era seduto Travaglio. L’uscita di Berlusconi è l’ultimo colpo di teatro: il Cavaliere saluta tutti e mentre Santoro dà la linea alla pubblicità dice: “Non fatevi infinocchiare da questi qua”. Fuorionda? Forse.Voluto certamente.