Toto ministri Matteo Renzi: Maria Elena Boschi, Lucrezia Reichlin, Berlusconi

Pubblicato il 15 Febbraio 2014 - 10:34 OLTRE 6 MESI FA
 Quella del Ministero della Giustizia è, scrive Antonella Mascalisul Fatto,   una battaglia aperta, come sempre, dato il peso politico di Silvio Berlusconi, anche se decaduto da senatore perché pregiudicato. E così le trattative in corso sono per trovare un nome che non sia imbarazzante per il rottamatore Renzi ma che non faccia alzare le barricate al Cavaliere e all’Ncd. Si sta cercando, ma non si è ancora individuato, un uomo del centrodestra con queste caratteristiche. Ieri, il ministero di via Arenula è stato offerto ad Andrea Orlando, ex responsabile Giustizia del Pd e ministro dell’Ambiente del silurato governo Letta. Un’offerta che Orlando non vorrebbe accettare: preferirebbe restare al suo posto, più “tranquillo”. La nomina gli è stata prospettata perché viene visto come un politico “dialogante”. Proprio Orlando, nell’aprile 2010, con Berlusconi capo del governo, scrisse sul Foglio di Giuliano Ferrara le proposte per una riforma della Giustizia “condivisa”. A cominciare da una sorta di “processo breve”, diverso da quello architettato da Berlusconi per azzerare i suoi procedimenti, ma che prevedeva una giustizia a doppia velocità, a secondo dei distretti giudiziari. Si era espresso, inoltre, per una separazione delle carriere dei magistrati.

Il nuovo che avanza. Maria Elena Boschi cinguetta con Matteo Renzi sul palco della Leopolda

Toto ministri di Matteo Renzi. Chi andrà a fare il ministro nel nuovo Governo a guida di Matteo Renzi? Tanti i nomi, tanti i veti, tante le pretese. E su tutti, come già scrisse Giosuè Carducci, “fosca incombe l’ombra” di Berlusconi e il Ministero per lui chiave che è quello della Giustizia. Ma tanti sono gli interrogativi. Ecco i nomi che circolano la mattina di sabato 15 febbraio, in un elenco mezzo assieme dagli articoli di Goffredo De Marchis su Repubblica, Antonella Mascali e Wanda Marra sul Fatto

I tempi del nuovo Governo, secondo Wanda Marra, dovrebbero essere i seguenti:

“Napolitano ha iniziato le consultazioni venerdì pomeriggio e conta di chiuderle sabato sera (senza il diretto interessato). L’incarico a Matteo Renzi dovrebbe arrivare già domenica sera. O forse lunedì mattina. Poi, il giuramento magari mercoledì. E il voto del governo alle Camere potrebbe slittare verso fine settimana”.

Secondo Goffredo De Marchis,

“Renzi mette alcuni paletti. I ministri saranno al massimo 18. Il modello del quale il segretario del Pd parla spesso è quello del governo Monti, almeno sul piano dei numeri, con in più l’obiettivo di avere una metà della squadra formata da donne”.

Sottosegretario alla Presidenza del ConsiglioGraziano Delrio (ministro per gli Affari regionali nel Governo Letta, in quota Renzi).

Interni: Angelino Alfano minaccia abbandoni se non resta vice premier e non si tiene il ministero degli Interni; Dario Franceschini

Giustizia: Andrea Orlando (ministro dell’Ambiente nel Governo Letta);  Giovanni Maria Flick, (ministro della Giustizia del primo governo Prodi e ex presidente della Corte costituzionale: non è proprio un largo ai giovani); Michele Vietti (vicepresidente del Csm, già sottosegretario di due governi Berlusconi); Domenico Manzione (sottosegretario al ministero dell’Interno, in quota Renzi).

Difesa: Federica Mogherini; Roberta Pinotti.

 Trasporti e Infrastrutture: Maurizio Lupi sarà confermato.

Riforme: Gaetano Quagliariello ha puntato i piedi ma è “difficile che la spunti, visto che Renzi l’ha tacciato di inutilità in tutte le sedi possibili (e che quel dicastero è per Maria Elena Boschi, non solo renziana di ferro ma anche tra i custodi della cassaforte di Matteo Renzi). In alternativa:

Rapporti col Parlamento: Maria Elena Boschi (se non va alle Riforme)

Sanità:  Beatrice Lorenzin (o un altro del partito).

Economia: Bini Smaghi (pare che Mario Draghi non lo voglia); Lucrezia Reichlin (“un altro grande segno di discontinuità sarebbe mettere una donna al ministero dell’Economia, la poltrona più pesante del mazzo, ormai un vero premier-bis”

Secondo Goffredo De Marchis,

“Napolitano ha consigliato a Renzi di consultare Mario Draghi per scegliere la persona giusta da presentare in Europa e al mondo. I colloqui con il presidente della Bce sono ormai quotidiani. A Draghi piace Reichlin. Raccontano però che lontani contatti tra l’economista e il sindaco siano andati maluccio. I due non si sarebbero presi; Fabrizio Barca. Direttore generale del Tesoro, ex ministro tecnico della Coesione territoriale, ha un legame abbastanza stretto con Renzi. Così diversi per linguaggio e per cultura, i due sentono di poter lavorare insieme. E quel nome è stato spesso pronunciato nella riunione di Palazzo Vecchio, ieri pomeriggio.

“Al mondo renziano piacerebbe invece Lorenzo Bini Smaghi. Nella logica del rapporto fiduciario, la scelta di Renzi cadrebbe sicuramente sull’ex membro del board Bce. Draghi però non è d’accordo“.

Lavoro: Tito Boeri; Piero Ichino.

Rapporti con il Parlamento: Roberto Giachetti.

Ambiente: Andrea Orlando (se non va alla Giustizia).

Sviluppo Economico: Andrea Guerra (“per ora resiste alle pressioni di Renzi”); Luca di Montezemolo ( o per un incarico studiato su misura come il “marketing Italia”, un ministro aggiunto. Montezemolo naturalmente dovrebbe lasciare la Ferrari).

Viene escluso

“un trasloco di Laura Boldrini al Governo. La presidente della Camera è stata sondata da alcuni ambasciatori renziani, ma ha risposto con un cortesee secco no. Su Montecitorio aveva messo una fiche Dario Franceschini che però prudentemente punta anche altro: l’Interno se Alfano cede o la Cultura”.

C’è poi un problema Cencelli, che deriva dalla necessità per Renzi di avere la fiducia al Senato. Di conseguenza,

“la maggioranza può allargarsi da subito ai socialisti, con il segretario Riccardo Nencini in pista per lo Sport o la Cultura”,

mentre

“per Scelta civica sono papabili Stefania Giannini, Andrea Romano e Irene Tinagli“.