Assad, l’intervista della discordia finisce su Raiplay. “Caos in Siria e rifugiati sono colpa dell’Europa”

di redazione Blitz
Pubblicato il 10 Dicembre 2019 - 00:54 OLTRE 6 MESI FA
Assad, l'intervista della discordia finisce su Raiplay: "Caos in Siria e rifugiati sono colpa dell'Europa"

Un momento dell’intervista di Monica Maggioni al presidente siriano Bashar al Assad (Foto Ansa)

ROMA – Il caos in Siria è colpa dell’Europa che “dal primo momento ha sostenuto i terroristi contro il governo di Damasco”. E’ quanto sostiene il presidente siriano Bashar al Assad nell’intervista realizzata il 26 novembre scorso dall’ad di Rai Com Monica Maggioni, rimasta sino ad oggi nel cassetto e finita al centro di un caso internazionale.

Il colloquio di 24 minuti, che inizialmente era stato trasmesso solo dai media siriani, è ora disponibile su RaiPlay. E’ questa la mediazione trovata a Viale Mazzini dopo l’ultimatum di qualche giorno fa di Damasco che aveva protestato per il mancato rispetto degli accordi sulla trasmissione in contemporanea. La scelta della piattaforma streaming consente – secondo l’azienda – di rispettare la volontà dei direttori interpellati di non mandare in onda il colloquio e insieme di diffondere un documento destinato in poche ore a fare il giro del web. Ma la polemica continua: se l’agenzia di stato siriana Sana parla di mancata trasmissione da parte della tv italiana “per ragioni incomprensibili”, sul fronte interno l’Usigrai bolla la decisione come “precedente pericoloso, che rischia di delegittimare il ruolo delle testate”.

Nell’intervista Assad ha sostenuto che gli europei “devono fare i conti con i rifugiati perché il terrorismo è stato sostenuto dall’Europa, ovviamente anche da Stati Uniti e Turchia e altri, ma l’Europa è stata l’attore principale nel creare questo caos in Siria e di conseguenza si raccoglie ciò che si semina”.

È poi passato all’attacco della Francia: “L’Unione europea ha pubblicamente sostenuto i terroristi dal primo giorno, dalla prima settimana. Hanno incolpato il governo siriano e alcuni regimi, come quello francese, hanno armato i terroristi. È stato uno dei loro funzionari a dichiararlo, credo sia stato l’allora ministro degli Esteri, Fabius, mandiamo le armi aveva dichiarato”, ha sottolineato il capo di Stato.

Le armi chimiche

Il presidente siriano ha poi ribadito di non avere nulla a che fare con le armi chimiche, che le sue truppe non le hanno mai usate e che il rapporto dell’Opac in cui si accusa Damasco “è stato fabbricato solo ed esclusivamente perché lo chiedevano gli americani”. Assad ha inoltre precisato che “il cloro non è arma di distruzione di massa e la quantità che gli ispettori hanno trovato è la stessa che si puo’ trovare in ogni casa”. 

La lettera del Papa

“La lettera del Papa riguardava la sua preoccupazione per i civili in Siria e ho avuto l’impressione che forse il quadro in Vaticano non fosse completo”, ha detto Assar riguardo alla lettera inviata da Papa Francesco a giugno. “Questo è prevedibile, dal momento che la narrativa principale in Occidente fa riferimento a questo ‘cattivo governo’ che uccide la ‘brava gente’, come si vede e si sente sugli stessi media: ogni proiettile dell’esercito siriano e ogni bomba uccidono solo i civili e” colpiscono “solo ospedali. Non uccidono i terroristi mentre prendono di mira quei civili. Tutto questo non è corretto”.

“Ho risposto con una lettera che spiegava al Papa quale fosse la realtà in Siria. Siamo quelli che più di tutti e prima di tutti si preoccupano per la vita dei civili, perché non puoi liberare un’area se la gente è contro di te. Non puoi parlare di liberazione mentre i civili sono contro di te. La parte cruciale nell’operazione militare di liberazione di qualsiasi area è avere il sostegno del pubblico in quell’area o nella regione in generale. Ciò è stato chiaro negli ultimi nove anni e ciò (la violenza contro i civili, ndr) è contrario ai nostri interessi”.

“La Russia non sostiene l’invasione turca”

“Per comprendere il ruolo della Russia, dobbiamo comprendere i principi della Russia” dice Assad, rispondendo a una domanda sul ruolo di Mosca dopo l’ingresso della Turchia in Siria. “Per la Russia il diritto internazionale e l’ordine internazionale basato su quel diritto rientra nell’interesse di ciascuno nel mondo. Per cui per loro, sostenendo la Siria stanno sostenendo il diritto internazionale. Questo è un punto. Poi, essere conto i terroristi rientra nell’interesse del popolo russo e del resto del mondo”.

“Quindi, stare con la Turchia e fare questo compromesso non significa sostenere l’invasione turca. […] Ma a causa del ruolo negativo degli americani e del ruolo negativo degli occidentali riguardo la Turchia e i curdi i russi sono entrati, per bilanciare quel ruolo per rendere la situazione… non voglio dire migliore ma meno peggiore. Quindi adesso questo è il loro ruolo. In futuro, la loro posizione sarà molto chiara: l’integrità e la sovranità siriana sono in contraddizione con l’invasione questo è ovvio e chiaro”.

L’imbarazzo della Rai

Oltre alle tensioni internazionali, il caso ha creato non pochi imbarazzi in casa Rai, con il presidente Marcello Foa che ha fatto trapelare una forte irritazione per essere stato tenuto all’oscuro di tutto e la richiesta pressante di chiarimenti. Spiegazioni invocate con forza anche dall’Usigrai, che parla in serata di “scelta incomprensibile. O una intervista contiene una notizia e quindi deve essere trasmessa dalle testate giornalistiche, o la notizia non c’è e allora non si capisce perché venga trasmessa. E di certo RaiPlay non può essere ritenuta una zona franca dove fare informazione senza il visto dei direttori delle testate giornalistiche”. Secondo quanto riporta l’Ansa, la vicenda sarebbe stata oggetto anche di un vivace confronto tra Salini, Maggioni e Di Bella.