Costa d’Avorio: il 2011 inizia con due presidenti e centinaia di morti

Pubblicato il 31 Dicembre 2010 - 11:42 OLTRE 6 MESI FA

Laurent Ggagbo e Alassane Ouattara

Un Capodanno in isolamento per il presidente riconosciuto della Costa d’Avorio: Halassane Outtara, ex economista della Banca Mondiale, vive con la moglie asserragliato al Golf Hotel di Abidjan. In difesa di quello che le elezioni del 28 novembre hanno eletto capo di Stato della Repubblica africana ci sono 800 Caschi Blu dell’Onu.

A mettere i bastoni tra le ruote a Outtara è l’ex presidente Laurent Ggagbo, che non vuole riconoscere il verdetto certificato anche dalle Nazioni Unite. E così l’ex colonia francese si trova ad iniziare il 2011 con due presidenti. Mentre il paese reale nuota in un bagno di sangue.

Il voto di novembre avrebbe dovuto chiudere le ferite della guerra civile che va avanti dal 2002. Il risultato invece è l’opposto. Finora sono quasi duecento i morti di questo scontro politico ed etnico-religioso.

Da una parte il mondo, e il nord del paese, musulmano, schierato con Outtara, con l’Ecowas (la Comunità economica dei paesi dell’Africa occidentale) che minaccia l’intervento armato. Dall’altra l’esercito ivoriano che difende Ggagbo, insieme ad alcune regioni cristiane del sud.

Il 30 dicembre l’ambasciatore all’Onu Yussuf Bamba, nominato da Outtara, ha parlato di un “paese trascinato sull’orlo del genocidio”, e ha difeso il nuovo presidente, “eletto in elezioni libere, giuste, trasparenti democratiche. I cui risultati sono stati proclamati dalla commissione elettorale indipendente, certificata dall’Onu”, ha detto, prima di rivolgere un appello a tutti i 15 paesi membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite: “Ci aspettiamo che l’Onu sia credibile. Ci aspettiamo che l’Onu impedisca che si compiano violazioni e che le elezioni siano rubate al popolo”.

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