Obama all’Egitto: “Ora il governo parli chiaro, ma noi siamo col popolo”

Pubblicato il 11 Febbraio 2011 - 08:11 OLTRE 6 MESI FA

Obama

NEW YORK – ”Il governo egiziano parli chiaro. E il popolo egiziano sappia che siamo con lui”: nella notte egiziana che porta al ”venerdì dei martiri”, le parole del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, sono calate su piazza Tahir in modo inequivocabile. Obama prima di pronunciarle ha voluto riunire alla Casa Bianca la sua squadra di sicurezza, e misurarle ad una ad una. Ma, quando in piena notte le ha diffuse, sono suonate chiarissime: gli Stati Uniti – ha affermato in una lunga dichiarazione pesata con cautela riga per riga – non sono affatto soddisfatti del discorso pronunciato dal presidente egiziano, Hosni Mubarak.

Gli Stati Uniti invitano il governo egiziano a fare chiarezza, e a procedere ”immediatamente” verso una transizione ”inequivocabile” che tenga conto delle ”alte aspirazioni” del popolo egiziano. Sappia, l’Egitto, che gli Usa sono dalla parte del popolo. Parole che, nei toni, sono apparse molto più esplicite di quanto non lo fossero mai state fin dall’inizio della crisi. ”Troppi egiziani rimangono perplessi circa la serietà del governo per quanto riguarda una transizione autentica verso la democrazia. E’ responsabilità del governo parlare chiaro al popolo egiziano e al mondo. Il governo egiziano deve puntare ad un percorso credibile, concreto e inequivocabile verso una autentica democrazia, e non ha ancora colto questa opportunità”.

”Come abbiamo detto fin dall’inizio – ha aggiunto – il futuro dell’Egitto è e sarà determinato dal popolo egiziano”. La transizione a cui gli Stati Uniti fanno riferimento prevede passi concreti, primo fra tutti la riforma della legge d’emergenza, la legge egiziana che permette di detenere persone (compresi esponenti politici) anche senza incriminazione. ”Noi crediamo – ha affermato Obama – che questa transizione debba dimostrare immediatamente un cambiamento politico irreversibile. A questo fine noi crediamo che la legge d’emergenza debba essere rimossa”. ”Pertanto – ha aggiunto il presidente americano – invitiamo il governo egiziano a procedere rapidamente per spiegare i cambiamenti che sono stati fatti, e chiarire in modo inequivocabile che l’Egitto è cambiato, e che il suo futuro è nelle mani del popolo”.

Obama ha quindi voluto chiudere la sua dichiarazione rivolgendosi direttamente alla gente che, in piazza Tahir come nel resto d’Egitto, da settimane protesta in nome della liberta’ e della democrazia. ”Coloro che hanno esercitato il loro diritto a manifestare pacificamente rappresentano la grandezza del popolo egiziano. Abbiamo visto giovani e vecchi, ricchi e poveri, musulmani e cristiani uniti insieme guadagnare il rispetto del mondo attraverso il loro appello non violento per un cambiamento. In questo sforzo i giovani sono stati l’avanguardia, ed è emersa una nuova generazione. Hanno chiarito che l’Egitto deve riflettere le loro speranze, adempiere alle loro più alte aspirazioni. So – ha concluso Obama – che il popolo egiziano persevererà. Sappia che continuerà ad avere negli Stati Uniti d’America un amico”.