Elezioni in Botswana, per la prima volta dall’indipendenza il partito al potere rischia il ko

di Caterina Galloni
Pubblicato il 24 Ottobre 2019 - 06:28 OLTRE 6 MESI FA
Elezioni in Botswana, per la prima volta dall'indipendenza il partito al potere rischia il ko

Elezioni in Botswana (Immagine di archivio)

ROMA – Diamanti, elefanti e l’esportazione di carne in Europa saranno elementi chiave nei risultati delle elezioni generali che si sono aperte ieri in Botswana. Dal momento dell’indipendenza nel 1966, il Partito democratico del Botswana (BDP) ha sempre vinto ogni elezione ma quest’anno c’è la concreta possibilità che la situazione possa cambiare.

Tre dei partiti dell’opposizione si sono uniti sotto l’Umbrella for Democratic Change (UDC), la coalizione di opposizione guidata dall’avvocato per i diritti umani Duma Boko che a maggio scorso ha ottenuto il sostegno dell’ex presidente Ian Khama, al potere dal 2008 al 2018.

Il Botswana è un paese molto povero ma è anche il secondo grande produttore di diamanti al mondo. Quasi 25 milioni di carati all’anno, secondo solo alla Russia e ben prima del Canada e del Congo. È anche un grande esportatore di carne: 9 mila tonnellate all’anno vengono immesse in Europa. Dal momento che ai supermercati non si trova nessun tipo di carne con l’etichetta Botswana, è lecito pensare che le mucche vengano allevate in Africa, dove il costo del lavoro è a due soldi, e “piazzate” in Europa come scarpe o vestiti.

La coalizione Umbrella for Democratic Change (UDC) ha un manifesto che promette 100.000 posti di lavoro. In un paese in cui oltre il 20% della popolazione è disoccupato e in cui c’è una crescente ansia per gli “immigrati”, rappresenta una proposta interessante.

Nonostante la ricchezza derivante dai diamanti, il Botswana ha uno dei più alti tassi di disuguaglianza di reddito al mondo, secondo la Banca Mondiale, e i cittadini iniziano a chiedersi il motivo. Il vicepresidente dell’UDC, Dumelang Saleshando, ha affermato che “si tratta di un’economia che ha escluso i cittadini. Il settore dell’edilizia è dominato dalla Cina, quello del commercio dall’Asia… Non c’è un solo settore dominato dal Botswana, tranne quello informale”.

Il Paese è spesso considerato come una storia di successo africana: ha raggiunto l’indipendenza senza spargimento di sangue com’è accaduto ad alcuni paesi vicini, non c’è mai stata una guerra civile e le elezioni solitamente non sono turbate dalla violenza.

Come detto, parte della fortuna del Botswana è dovuta ai diamanti. Sebbene la Russia nel complesso ne produca di più, da quattro miniere di tutto lo stato dell’Africa meridionale arriva la più grande quantità di gemme di alta qualità del mondo e il Botswana ha una partecipazione 50-50 con De Beers, che si definisce “azienda leader mondiale nel settore dei diamanti”. L’anno scorso l’accordo ha portato al governo 3,5 miliardi di dollari e il commercio rappresenta fino al 40% dell’economia del paese.

I soldi dei diamanti hanno dato la possibilità di costruire strade, scuole e ospedali ma dopo oltre 50 anni, molte persone hanno iniziato a pensare che avrebbero dovuto ottenere di più e le voci sulla corruzione hanno contribuito al crescente scetticismo tra la relazione De Beers e Botswana.

La partnership con De Beers è in procinto di essere rinnovata, nel 2020, ed ha rappresentato un grosso problema nelle elezioni. Il ministro dei trasporti e delle comunicazioni Dorcas Makgato ha difeso l’approccio del governo ai negoziati.
“I diamanti sono il nostro futuro. Siamo il più grande produttore di diamanti al mondo, sarebbe un suicidio non trattarli con il rispetto e l’amore che meritano”.

Ma i negoziati dovevano rimanere segreti, poiché il governo non poteva scoprire le carte. Dumelang Saleshando non è d’accordo: “Il 95% delle persone, qui non ha mai visto un diamante da vicino. La verità è che posti di lavoro ben pagati sono creati nei paesi stranieri attraverso i diamanti del Botswana. Noi siamo scavatori. Scaviamo soltanto le buche”.