CARACAS – Il chavismo ha subito la peggiore sconfitta elettorale della sua storia: alle elezioni legislative di domenica 6 dicembre in Venezuela per la prima volta negli ultimi diciassette anni il Psuv del presidente Nicolas Maduro, l’erede di Hugo Chávez, è un partito di minoranza in nel Paese.
Il Tavolo dell’Unità Democratica, il Mud (Mesa de la Unidad Democratica), coalizione unitaria dell’opposizione, ha ottenuto 99 seggi su 167 dell’Assemblea Nazionale, il Psuv di Maduro 46. Restano 22 seggi da attribuire, e il segretario del Mud, Jesus Torreabla, ha assicurato che aumenteranno il vantaggio dell’opposizione, che si è ha già assicurata la maggioranza semplice (84 seggi) ma potrebbe arrivare a quella qualificata (110).
Se così fosse, il Mud disporrebbe di una maggioranza più grande di quella attuale del chavismo, e potrebbe approvare leggi autonomamente, scavalcare veti dell’esecutivo, rimuovere magistrati del Tribunale Superiore di Giustizia o perfino convocare un’assemblea costituzionale.
Nicolas Maduro ha riconosciuto la sconfitta del suo partito quasi immediatamente dopo la proclamazione dei primi risultati, smentendo così le voci di un possibile colpo di mano che si erano diffuse in base ad alcune dichiarazioni minacciose che si era concesso durante la campagna elettorale. Anche così, però, l’erede di Chavez ha sottolineato che il risultato elettorale del suo partito era da considerarsi “eroico”, tenendo in conto che il suo governo è stato “vittima di una guerra economica” lanciata contro di lui dal “capitalismo selvaggio”, e si è comparato con Salvador Allende e altri leader della sinistra latinoamericana.
Torrealba gli ha risposto in termini molto duri, ricordandogli che “il popolo ha parlato chiaramente. Le famiglie venezuelane si sono stancate di soffrire a causa del vostro fallimento. Ora basta! E’ ora di rispettare la volontà del popolo!”.