Gheddafi incita alla guerra santa contro la Svizzera

Pubblicato il 25 Febbraio 2010 - 20:45 OLTRE 6 MESI FA

Il colonnello libico Muammar Gheddafi ha invitato alla Jihad contro la Svizzera, da lui definita “miscredente” e “apostata”, dopo l’approvazione del divieto di costruire minareti nel paese elvetico. «È contro la Svizzera miscredente e apostata che distrugge le case di Allah che la jihad deve essere proclamata con ogni mezzo», ha dichiarato il colonnello Gheddafi in un discorso a Bengasi, nell’est della Libia, in occasione della Festa del Mouloud, che commemora la nascita del profeta Maometto.

Per il numero uno libico, «la jihad contro la Svizzera, contro il sionismo, contro l’aggressione estera, non è terrorismo». «Qualunque musulmano nel mondo che tratta con la Svizzera è un infedele ed è contro l’islam, contro Maometto, contro Dio, contro il Corano», ha aggiunto il leader di Tripoli davanti a migliaia di persone. Il 29 novembre scorso gli svizzeri hanno votato a larga maggioranza (57,5%) per vietare la costruzione di nuovi minareti, in un referendum promosso dalla destra populista. Ma le relazioni tra Tripoli e Berna sono tesissime dopo l’arresto a luglio 2008 a Ginevra del figlio di Gheddafi, Hannibal, episodio che ha scatenato una serie di ritorsioni a catena.

Intanto la Svizzera si è difesa giovedì dall’accusa di aver usato l’accordo di Schengen a fini politici, per risolvere la sua controversia con la Libia. «Noi siamo membri dello spazio Schengen e come ogni altro membro noi abbiamo il diritto di applicare queste disposizioni», ha detto il ministro della Giustizia svizzero Eveline Widemer-Schlumpf al termine di una riunione a Bruxelles con il ministri degli Interni dei Ventisette membri dell’Unione Europea. Widemer-Schlumpf si è in particolare difesa dalle accuse lanciate dal ministro dell’Interno italiano Roberto Maroni, il quale poco prima aveva detto ai giornalisti che non si può usare questo strumento di cooperazione internazionale «per risolvere controversie bilaterali come quella tra Berna e Tripoli».