Libia: Gheddafi assediato, battaglia in tutto il paese

Pubblicato il 24 Febbraio 2011 - 12:33 OLTRE 6 MESI FA

Muhammar Gheddafi

ROMA – Assedio al regime di Muammar Gheddafi, che i suoi ex collaboratori si dicono convinti deciderà di ”morire come Hitler”, suicidandosi, piuttosto che cedere: la rivolta si è estesa verso ovest, con alcune città come Zuara controllate dai ”comitati popolari” anti-governo, mentre si preparerebbe un attacco in forze contro Tripoli, ultimo vero bastione del regime dove Gheddafi sta concentrando le truppe di fedelissimi e dove il tam tam annuncia per domani una nuova imponente dimostrazione.

L’Ue, intanto, annuncia di tenersi pronta per un intervento militare umanitario nel Paese. Stamani, forse proprio per ‘tagliare le linee’ dei rivoltosi, l’esercito ha lanciato una offensiva a Zawia, a ovest di Tripoli: ”Un massacro”, ha riferito un ex militare alla tv Al Arabiya. Altri testimoni hanno detto all’emittente che i morti sono ”centinaia”.

Un’altra offensiva ha avuto luogo a Misurata, presa ieri dai dimostranti: anche in questo caso ci sarebbero numerose vittime, con gli scontri ancora in corso in molte zone della città. Tensione alle stelle anche a Tajoura, città a est della capitale, ”circondata” dalle milizie filo-regime e dove i residenti temono un bombardamento.

”La marcia su Tripoli era prevista per domani, sarebbero dovuti venire anche da Zawia e Tajoura per liberarla. Gheddafi oggi sta bombardando per fermarli”, ha detto all’ANSA una testimone.

Nella capitale il rais, che sarebbe asserragliato in un bunker sotterraneo della caserma di Bab al Aziziya, sobborgo meridionale di Tripoli, sta ammassando migliaia di mercenari e fedelissimi armati, scrive il New York Times: Gheddafi ”ha richiamato” le forze speciali guidate dai figli, segmenti dell’esercito fedeli alla sua tribù e i loro alleati, mercenari africani addestrati in questi anni e che hanno probabilmente già combattuto in Sudan.

La presenza di queste forze, raccontano i testimoni, è visibile: ”Sembra la Somalia”, dozzine di posti di blocco sono stati istituiti sulle strade principali da mercenari e uomini in borghese. ”Chiedono non solo i documenti, ma anche di dimostrare il proprio sostegno a Gheddafi, altrimenti sono problemi”, ha raccontato un testimone.

Nella capitale già da due giorni le ‘squadre della morte’ seminano il terrore, uccidendo gli uomini e stuprando le donne. I residenti si barricano in casa. Intanto, la morsa attorno alla capitale si stringe sempre di più: ”L’attacco a Tripoli è imminente”, ha detto all’ANSA un giovane di nome Taha, e ”arriverà dalla tribù dei Warfalla, sono armati e stanno arrivando dalla Cirenaica, da Zenten, da Beni Oualid, da Zawia per liberare la città”.

La gente fugge come può, il confine tunisino è stato preso d’assalto, così come quello algerino – con Algeri che ha aperto le porte agli stranieri – o quello egiziano, battuto oggi da una tempesta di sabbia. La condanna della comunità internazionale è unanime: ”Basta con la violenza”, ha tuonato ieri il presidente Usa Barack Obama: ”I diritti umani non sono negoziabili”.

Il ministro degli Esteri britannico William Hague dal canto suo ha chiesto una ”inchiesta internazionale” sulle ”atrocita” commesse nel Paese. In campo è sceso poi oggi anche il ramo nordafricano di Al Qaida, schierandosi a fianco dei dimostranti anti-regime e accusando Gheddafi di essere un ”assassino di innocenti”.