Papa Francesco: “Rubare documenti reato, non mi fermeranno”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 8 Novembre 2015 - 12:30 OLTRE 6 MESI FA
Papa Francesco (foto Ansa)

Papa Francesco (foto Ansa)

ROMA – Papa Francesco rompe il silenzio sul caso Vatileaks. E lo fa durante l’Angelus: “Diffondere documenti è reato. Ma voglio essere chiaro: chi commette questo reato non fermerà la mia opera di riforma”. Così Papa Francesco ha risposto alla nuova fuga di documenti che ha innescato l’inchiesta Vatileaks 2,  affrontando l’argomento dopo l’Angelus in piazza San Pietro.

“Rubare quei documenti è un reato. E’ un atto deplorevole che non aiuta” le parole di Bergoglio, “io stesso avevo chiesto di fare quello studio. E quei documenti, io e i miei collaboratori, già li conoscevamo bene. Avevamo iniziato delle riforme che stavano già dando dei frutti. Alcuni visibili”.

“So che molti di voi sono stati turbati dalle notizie circolate nei giorni scorsi a proposito di documenti riservati della Santa Sede che sono stati sottratti e pubblicati” ha premesso il Papa, rivolgendosi alla piazza gremita e a tutti i cattolici nel mondo. “Voglio dirvi anche – ha quindi assicurato il Pontefice – che questo triste fatto non mi distoglie certamente dal lavoro di riforma che stiamo portando avanti”. La Riforma va avanti con l’aiuto “dei miei collaboratori e con il sostegno di tutti voi” ha scandito Francesco, “sì, con il sostegno di tutta la Chiesa, perché la Chiesa si rinnova con la preghiera e con la santità quotidiana di ogni battezzato”. “Perciò – dice ancora Bergoglio – vi ringrazio e vi chiedo di continuare a pregare per il Papa e per la Chiesa, senza lasciarvi turbare ma andando avanti con fiducia e speranza”.

“C’è differenza tra portafoglio e cuore” ha sottolineato il Papa, “chiediamo al Signore di ammetterci alla scuola di questa povera vedova, che Gesù, tra lo sconcerto dei discepoli, fa salire in cattedra e presenta come maestra di Vangelo vivo. Per l’intercessione di Maria, la donna povera che ha dato tutta la sua vita a Dio per noi, chiediamo il dono di un cuore povero, ma ricco di una generosità lieta e gratuita”.

Il pontefice ha anche spiegato, facendo riferimento a un aneddotto, che “la vera carità si fa non da quello che ci avanza, ma da quello che ci è necessario. I ragazzi che hanno dato da mangiare ai poveri quel giorno hanno avuto un po’ di fame. Ma così si fa”.