Petraeus. La Casa Bianca trema, Obama tema che resti coinvolta nello scandalo

Pubblicato il 14 Novembre 2012 - 10:51 OLTRE 6 MESI FA
Il generale David Petraeus

WASHINGTON, STATI UNITI – I ‘mal di testa’ di Obama. L’immagine usata da alcuni media americani descrive bene le prime giornate del presidente americano dopo la rielezione. Giornate ben piu’ impegnative del previsto, che dovevano essere interamente dedicate al delicatissimo nodo del ‘fiscal cliff’.

Ma sulla scrivania dello Studio Ovale, nemmeno 48 ore dopo l’Election Day, e’ piombata la bomba-Petraeus. Neanche il tempo di riprendersi dalle ultime emozioni e dalla faticosissima campagna elettorale.

Una grana non da poco per la Casa Bianca, che dell’ex direttore della Cia aveva fatto uno dei simboli vincenti dell’amministrazione. Obama lo aveva scelto nel settembre 2011 per colmare il vuoto lasciato da Robert Gates e riempito per alcuni mesi da Michael Morell, a cui oggi e’ stata di nuovo affidata temporaneamente la guida della Cia. E una scelta di Obama era stata quella del generale John Allen, prima mandato al posto di Petraeus in Afghanistan, poi nominato Comandante supremo delle forze Usa in Europa e delle forze Nato. Ora, con i due generali caduti nella polvere, la Casa Bianca ostenta tranquillita’, ma in realta’ trema.

Trema al pensiero che la situazione possa dilagare e sfuggire di mano. Il presidente non parla. Ma la parola d’ordine nel suo staff e’ una sola: calma, non lasciarsi prendere dall’agitazione. ”Il presidente Obama in questo momento e’ concentrato sui problemi dell’economia e su quelli legati al fiscal cliff”, ha ribadito il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney. Che un po’ di agitazione, pero’, nel corso del briefing giornaliero con la stampa l’ha mostrata.

”Non posso nascondere che il presidente e’ rimasto sorpreso dalla vicenda e che non sia per nulla contento delle dimissioni di Petraeus”, ha ammesso di fronte ai giornalisti che lo incalzavano con mille domande. Sottolineando pero’ l’apprezzamento per quanto fatto dall’ormai ex direttore della Cia e ribadendo la fiducia nel generale Allen, che resta al comando delle truppe in Afghanistan.

Sono piu’ d’uno i motivi che pero’ tengono in ansia il presidente Obama. Innanzitutto che lo scandalo si possa ulteriormente allargare, coinvolgendo altri esponenti della gerarchia militare. Questo rende difficile anche le prossime mosse, come quella della scelta del successore di Petraeus, oltre a quella della scelta legato al Comando supremo della Nato.

Ma soprattutto la Casa Bianca teme di essere coinvolta nella vicenda, di non riuscire a restarne fuori. Il portavoce ha ribadito come – nonostante lo scetticismo di molti – il presidente sia venuto a conoscenza del caso solo due giorni dopo l’Election Day, quando Petraeus e’ stato ricevuto nello Studio Ovale per le dimissioni.

”Nel notificare le indagini l’Fbi segue protocolli ben precisi”, ha tagliato corto Carney per spiegare come la Casa Bianca non sia stata informata prima, nonostante le indagini risalgono al maggio scorso. Il timore di Obama e’ poi quello di una connessione con la drammatica vicenda dell’ambasciatore Chris Stevens e degli altri tre americani uccisi lo scorso 11 settembre nell’assalto al consolato Usa di Bengasi, in Libia. Dalle indagini sul caso Petraeus, infatti, potrebbero venir fuori nuovi ‘scomodi’ particolari della vicenda.