Turchia: 3.000 bambini curdi addestrati all’uso delle armi dal PKK

Pubblicato il 25 Maggio 2010 - 10:07 OLTRE 6 MESI FA

Tremila bambini curdi fra gli otto e i 16 anni (300 dei quali femmine) verrebbero addestrati  all’uso delle armi nella lotta contro l’esercito turco dal Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), fuorilegge in Turchia. L’utilizzo di minori come combattenti è espressamente vietato dagli accordi internazionali.

La denuncia – come riferiscono oggi con evidenza il quotidiano laico Vatan ed il filo-governativo Sabah – viene dal  giornale danese “Berlingske Tidende” il quale ha pubblicato le foto dei ragazzini in un campo di addestramento militare del Pkk sulla montagna di Qandil, ai confini con l’Iraq, ed ha esortato l’Unicef, l’agenzia dell’Onu per i minori, a “salvare questi bambini dalle mani del Pkk”.

A corroborare le accuse del quotidiano danese è venuto anche l’ex direttore iraniano della televisione ROJ Tv (fiancheggiatrice del Pkk), Mounucher Zonoozi, il quale ha affermato che «nell’organizzazione (separatista curda) ho visto bambini di 8-9 anni. I più piccoli ricevono lezioni di indottrinamento politico mentre gli adolescenti sono addestrati per usare le armi e imparano la storia curda, del Pkk e del capo dell’organizzazione Abdullah Ocalan. La maggior parte dei bambini proviene dall’Iran e dall’Europa e tutti hanno una famiglia».

Da parte sua, il rappresentante dell’Unicef in Danimarca, Steen Aderse, ha detto: «Abbiamo avviato un’indagine sulla questione. L’utilizzo dei bambini come militanti è contrario ai patti internazionali».