Turchia, offese all’Islam: incriminato il pianista Fazil Say

Pubblicato il 1 Giugno 2012 - 22:07 OLTRE 6 MESI FA

ISTANBUL, 1 GIU – Nella Turchia 'laica' fondata 90 anni fa da Mustafa Kemal Ataturk, ma governata dal 2002 dal premier islamico Recep Tayyip Erdogan, rischia 18 mesi di carcere il pianista di fama mondiale Fazil Say, ateo dichiarato, per avere ironizzato su twitter sul canto dei muezzin.

Un tribunale di Istanbul lo ha formalmente incriminato per ''offesa ai valori religiosi'', e lo ha rinviato a giudizio, accogliendo una richiesta in questo senso formulata la settimana scorsa dalla procura. L'inizio del processo e' previsto il 18 ottobre. Il celebre musicista rischia una condanna a 18 mesi di carcere. Noto in tutto il mondo come pianista e compositore, Fazil Say, 42 anni, figlio di un intellettuale laico, non ha mai nascosto di essere ateo in un paese in cui la stragrande maggioranza della popolazione si dichiara sempre di piu' musulmana.

Fay e' da tempo nel mirino degli attivisti religiosi e degli zeloti musulmani, che lo coprono di denunce e insulti. Un parlamentare del partito islamico conservatore di Erdogan, Samil Tayyar, ha detto che sua madre ''era uscita da un bordello''. Nel 2007 Say si era fatto ulteriori 'amici' fra gli oltranzisti religiosi con un Requiem composto per il poeta turco Metin Altiok, ucciso bruciato vivo con altre 36 persone da una folla di integralisti musulmani a Sivas nel 1993, che il ministero della cultura di Ankara aveva censurato. Diversi attivisti religiosi lo hanno querelato per dei messaggi su twitter nei quali ironizzava, citando il celebre poeta persiano dell'XI secolo Omar Khayyam, sul canto dei muezzin e sulla religione in generale. La procura di Istanbul, che l'opposizione accusa di essere nelle mani di magistrati vicini al partito al potere, lo ha formalmente incolpato in base all'articolo 216 del codice penale turco, che punisce ''l'offesa ai valori religiosi'' e prevede condanne fino a 18 mesi di carcere.

Say e' uno dei tanti intellettuali laici e di sinistra che denunciano la strategia ''segreta'' del premier Erdogan di re-islamizzazione del paese, aggirando i dettami costituzionali laici lasciati dal padre della patria Ataturk. Nelle scorse settimane ha parlato di andare in esilio, di lasciare il paese per rifugiarsi forse in Giappone. Ma per ora non lo ha fatto. Il suo amore per la sua citta', Ankara, e' grande almeno quanto quello del Nobel della letteratura Orhan Pamuk per Istanbul. Il suo avvocato oggi ha detto che assistera' al processo. ''Se mi condannano, sara' la fine della mia carriera artistica'', ha constatato nei giorni scorsi il pianista acclamato in tutte le grandi sale di concerto del mondo. Intanto, precisa, ''sono forse la sola persona al mondo ad essere incriminato per essermi dichiarato ateo''.