Yemen, disordini. L’antiterrorismo si è fermato e Al Qaeda prepara attacchi

di Licinio Germini
Pubblicato il 5 Aprile 2011 - 11:49 OLTRE 6 MESI FA

Il presidente yemenita Ali Abdullah Saleh

Le operazioni antiterroristiche nello Yemen sconvolto dai tumulti contro il presidente Ali Abdullah Saleh si sono arenate, consentendo così alla locale organizzazione di Al Qaeda – la più micidiale dopo quella in Pakistan – di agire più liberamente nel Paese e di meglio complottare per possibili attacchi contro l’Europa e gli Stati Uniti.

Lo affermano diplomatici americani, analisti dei servizi segreti e funzionari dell’antiterrorismo yemenita, secondo quanto riferisce il New York Times.

A causa degli sconvolgimenti che circondano Saleh – anche lunedi poliziotti e agenti in borghese hanno sparato contro dimostranti nelle città di Taiz e Hudaida – molti soldati yemeniti hanno abbandonato le loro postazioni o sono stati richiamati a Sanaa, la capitale, per sostenere il sempre più vacillante governo. L’organizzazione di Al Qaeda nella Penisola Arabica sta approfittando di questa situazione e le forze di sicurezza yemenite sono state frequentemente attaccate nelle scorse settimane.

Gruppi di combattenti e comandanti di medio livello di Al Qaeda da varie parti del mondo, incluso il Pakistan, stanno arrivando nello Yemen per unirsi ai dimostranti antigovernativi. Nel loro insieme questi fattori hanno accresciuto l’allarme nell’amministrazione del presidente Barack Obama, che si trova nella delicata posizione di convincere Saleh a lasciare il potere ma al contempo accertarsi che le operazioni di antiterrorismo nello Yemen proseguano senza interruzioni.

Questa situazione spiega perchè gli Stati Uniti hanno abbandonato gli sforzi di mantenere al potere Saleh, uno stretto alleato, considerato che la sua capacità di combattere Al Qaeda è fortemente diminuita da quando nello Yemen sono cominciate dimostrazioni e proteste duramente represse.

Il figlio e tre nipoti di Saleh sono al comando di quattro delle principali organizzazioni antiterroristiche yemenite, incluse la Guardia Repubblicana e le Forze Centrali di Sicurezza, che sono equipaggiate ed addestrate dagli Stati Uniti. Se con l’eventuale rimozione di Saleh fossero costretti a lasciare i loro incarichi, funzionari americani riconoscono che le attività antiterroristiche dello Yemen finirebbero in mani prive di esperienza.

Preoccupazioni in questo senso sono state espresse dallo stesso ministro della Difesa americano, Robert Gates, il quale ha dichiarato in una intervista all’emittente televisiva ABC che ”se il governo Saleh cade ed è rimpiazzato da uno più debole, credo che lo Yemen diventerebbe un grave problema”. Ancor più preoccupante è quanto accertato da funzionari dell’intelligence Usa tramite informatori e sorveglianza elettronica, secondo cui il capitolo yemenita di Al Qaeda starebbe pianificando un attacco in una località imprecisata.

L’intelligence americana tiene d’occhio in particolare i disordini nella provincia di Shabwa, una roccaforte di Al Qaeda, e nella città di Jaar, una città nella provincia meridionale di Abyan dove si sa che Al Qaeda ha costituito una base operativa.