Cavalcavia lombardi: altri 25 potrebbero essere a rischio

di redazione Blitz
Pubblicato il 31 Ottobre 2016 - 10:37 OLTRE 6 MESI FA
Cavalcavia lombardi: altri 25 potrebbero essere a rischio

Cavalcavia lombardi: altri 25 potrebbero essere a rischio

LECCO – I cavalcavia sulla Milano-Lecco sono 25 e potrebbero essere a rischio, lesionati o magari non del tutto a posto. Così come lesionato era quello crollato venerdì dopo il passaggio di un pesante tir. Un crollo che ha causato un morto e 4 feriti. Ne parla al Corriere della Sera Antonio Chiappani, procuratore capo di Lecco che sta conducendo l’indagine:

Ci sono altri casi di pericolo? “Non sappiamo a quando risalgano, quali interventi hanno subito. Anche questo ponte aveva subito lavori, mi dicono due interventi. Dovremo capire quali opere sono state fatte e da chi”.

“Adesso è fondamentale capire che cosa è successo per garantire la sicurezza dei cittadini. Guardiamo a tutta la statale 36, dobbiamo dare lo spunto con le nostre indagini perché si possano capire le problematiche che potrebbero avere altri cavalcavia sottoposti alle stesse intemperie, costruiti con gli stessi materiali, dalla stessa impresa”.

Per quanto riguarda la rimozione delle macerie

“la trave di cemento armato deve essere sezionata, c’è il rischio che si sbricioli. La cosa fondamentale adesso è procedere in sicurezza, documentando passo passo per ricavare dati certi, che ci permettano di fare chiarezza e procedere alle perizie. Anche di parte”.

“C’è l’esigenza di riaprire la strada al traffico, lo sappiamo. Ma dobbiamo intervenire con attenzione. Per questo abbiamo subito nominato un professore del Politecnico esperto di costruzioni per essere certi che tutto si svolga nella maniera più scrupolosa”.

“Noi guardiamo all’usura dovuta agli agenti naturali ma soprattutto alle grandi sollecitazioni che questo ponte ha avuto con il continuo passaggio di tutti questi grossi carichi eccezionali”.

Vicino al cavalcavia crollato c’è infatti una acciaieria, con relativo movimento di tir carichi di materiale.

“Vedremo le varie autorizzazioni, perché adesso sembra che nessuno autorizzi più niente… Ma sono i documenti che parlano, non le parole”.