India-Usa, arrestata diplomatica di Delhi: mentiva sul salario della baby sitter

India-Usa, arrestata una diplomatica di DelhiROMA  – Mentre il Governo italiano si fa umiliare dall’India e i poveri marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone restano prigionieri gli americani insegnano l’educazione a tutti.

Scrive Raimondo Bultrini su Repubblica:

Forse nemmeno il dipartimento di Stato poteva immaginare l’entità dell’incidente diplomatico scatenato dall’arresto della viceconsole indiana negli Stati Uniti per violazione delle leggi sui visti. Una dichiarazione falsa sull’entità dello stipendio elargito alla baby sitter aveva fatto scattare le manette ai polsi della 39enne Devyani Khobragade, delegata per i diritti umani e delle donne, mentre la settimana scorsa accompagnava la figlie a scuola a New York.

A infuriare le autorità dell’India —fedele alleata degli Usa — sono state le modalità del fermo, considerate “umilianti” e ”barbare”: come reazione Delhi ha deciso una serie di ritorsioni che vanno dal ritiro degli accrediti ai diplomatici Usa in India, alla rimozione delle transenne di protezionedavanti all’ambasciata della capitale.

Arrestata in pubblico, fatta spogliare e messa in cella assieme a spacciatori di droga e criminali comuni, Devyani era stata infine rilasciata dietro cauzione di 250mila dollari. In prigione i poliziotti non avevano voluto ascoltare le sue spiegazioni, né accolto la richiesta di immunità diplomatica. «Abbiamo ricevuto ordini dall’alto », le avrebbero risposto.

Appena la notizia dell’arresto è arrivata in India è stata convocata l’ambasciatrice americana e numerose personalità si sono rifiutate di ricevere una delegazione ufficiale di rappresentanti Usa. Tra gli altri, la presidente del Parlamento e il ministro degli Interni, oltre al leader della maggioranza il vicepresidente del Congresso Rahul Gandhi – e dell’opposizione, il candidato del Bjp alle prossime elezioni Narendra Modi. Proprio un leader del Bjp, Yashwant Sinha, s’è spinto fino a proporreuna rappresaglia particolare: a suo dire, molti impiegati dell’ambasciata Usa in India sarebbero gay, e in quel Paese l’omosessualità è illegale: «Perché il governo indiano non li arresta tutti?», ha lanciato la provocazione.

Riguardo al rispetto dei diritti, in questo caso diplomatici, il dipartimento di Stato Usa ha spiegato che Devyani poteva godere dell’immunità prevista dalla convenzione di Vienna solo nell’esercizio delle sue funzioni, ma questo non è bastato. Sono state sospese le facilitazioni diplomatiche per il personale americano in India: sono state ritirate le speciali carte d’identità di viaggio, negato l’accesso privilegiato alle frontiere e sono partiti controlli di tutte le dichiarazioni del personale consolare sui salari dei loro dipendenti indiani. Infine lo smacco più grosso, la rimozione delle transenne davanti all’ambasciata Usa (…)

 

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