Lord Patten riformerà la stampa del Vaticano: restituì Honk Kong alla Cina

di Redazione Blitz
Pubblicato il 10 Luglio 2014 - 12:23 OLTRE 6 MESI FA
Lord Patten riformerà la stampa del Vaticano: restituì Honk Kong alla Cina

Lord Patten

CITTÀ DEL VATICANO – Lord Christopher Patten of Barnes, 70 anni, cattolico, rettore dell’università di Oxford e co-presidente della tavola rotonda Regno Unito-India, guiderà il gruppo internazionale di esperti cui il cardinale australiano George Pell, uno dei principali e più fidati consiglieri di Papa Francesco ha affidato la riorganizzazione del settore della comunicazione del Vaticano.

Lord Patten sarà affiancato da Erlandson (Stati Uniti), Daniela Frank (Germania), padre Salobir (Francia), Leticia Soberon (Spagna, Messico) e George Yeo (Singapore) oltre agli “interni vaticani” monsignor Tighe (segretario del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, segretario del comitato), Ghisani (Radio Vaticana), monsignor Polvani (Segreteria di Stato), monsignor Ruiz (Servizio Internet) e Giovanni Maria Vian (direttore dell’Osservatore Romano).

Una base al loro lavoro sarà dato dallo studio condotto dalla società di consulenza McKinsey. Gli obiettivi sono di “adeguare i media della Santa Sede alle nuove tendenze di consumo, di migliorarne il coordinamento e di raggiungere progressivamente risparmi finanziari considerevoli”.

Lord Patten è nella storia per essere stato l’ultimo governatore inglese di Hong Kong, quello che ha gestito il ritorno di Hong Kong alla Cina. Conservatore, è stato deputato, sottosegretario agli Esteri, ministro dell’Ambiente, presidente del Partito conservatore. Ebbe un periodo d’ombra quando fu costretto a propugnare, sotto il frustino di Margaret Thatcher, la poll tax, una forma di Imu altrettanto impopolare che portò alla caduta del Governo e la fine politica della Thatcher. Poi Patten è tornato in gloria: governatore di Honk Kong, Commissario europeo, presidente della Bbc, Lord a vita. Lo hanno definito uno dei cattolici più influenti d’Inghilterra.

Franca Giansoldati, sul Messaggero di Roma, così descrive il compito che aspetta lord Patten e i suoi esperti:

“Modificare il ginepraio dei mass media d’Oltretevere, dalla Sala stampa al Centro televisivo vaticano, dal Pontificio consiglio per le comunicazioni sociali all’Osservatore romano, dalla Radio vaticana al Vatican information service, è sempre apparsa una sfida ardua, per certi versi un po’ come arrivare alla quadratura del cerchio. Si tratta, infatti, di realtà dotate di ampia autonomia, a volte poco coordinate tra loro. Così, in passato, ci aveva provato Papa Wojtyla assieme al suo portavoce Joaquin Navarro Valls e al cardinale Sepe; poi ha tentato Benedetto XVI.

Adesso ci riprova Papa Bergoglio con la squadra di esperti, coordinati da Lord Pattern.

La voce più costosa resta la Radio Vaticana. «Il punto più importante non è il denaro. Se possiamo guadagnare denaro cercheremo di farlo, ma non vogliamo in nessuno modo diminuire l’outreach dei media vaticani», ossia il servizio che essi svolgono nel raggiungere i fedeli in tutto il mondo, ha spiegato il cardinale Pell. «Le decisioni di riforma dell’organigramma economico e amministrativo non possono non includere anche il settore mediatico. Lo ha chiesto con determinazione anche il Consiglio dei cardinali (il cosiddetto C9 che sta affiancando il Papa sulla via delle riforme, ndr). Il consiglio chiedeva di fare qualcosa, la Segreteria per l’Economia era già operativa e così ci siamo detti che eravamo pronti. Tutto questo tuttavia non significa che la priorità debba essere per forza di natura economica. Anzi. Parlando con il Papa ho riferito che quando il lavoro sarà impostato, noi della Segreteria dell’Economia ce ne andremo».