Padova, stretta anti-mendicanti: verrà sequestrata l’elemosina

di Redazione Blitz
Pubblicato il 24 Agosto 2014 - 10:41 OLTRE 6 MESI FA
Padova, stretta anti-mendicanti: verrà sequestrata l’elemosina

Padova, stretta anti-mendicanti: verrà sequestrata l’elemosina

PADOVA – Fermati, multati e privati degli spiccioli raggranellati in giornata: sono le misure “anti-mendicanti” decise dalla giunta. L’annuncio arriva direttamente dal sindaco di Padova, Massimo Bitonci.

Scrive il Mattino di Padova:

“Contro il fenomeno dell’accattonaggio agiremo anche in maniera dura” ha dichiarato il primo cittadino. E subito dopo, viste le accese polemiche dei giorni scorsi, corregge il tiro: “Sarà comunque una maniera non violenta, regolamentata e precisa”.

La linea dura inizierà a settembre: per fare ciò verranno redatte ordinanze comunali ad hoc e modificato il regolamento della Polizia Locale. La novità, tuttavia, riguarderà non solo i questuanti, ma anche i campi nomadi. “Inseriremo il divieto di poter campeggiare in aree pubbliche o private, per finalità che non siano turistiche” ha precisato Bitonci.

Scrive il Corriere della Sera:

Gli amministratori le chiamano «ordinanze contro il racket», insomma una risposta all’appello lanciato dall’allora ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, che nel 2012 aveva denunciato dietro il fenomeno dell’accattonaggio «interessi criminali che finiscono per colpire le persone più fragili e indifese, portatrici di handicap, minori di varie nazionalità ed etnie, coinvolti fino al loro inserimento nei circuiti del lavoro forzato» e pertanto aveva spiegato che «lo sfruttamento» poteva essere contrastato «anche con specifiche ordinanze adottate dai sindaci in base all’articolo 54 del testo unico degli enti locali».

Ed è per questo motivo che il sindaco di Padova dice di aver scelto le maniere forti. Spiega Bitonci: «Il mio ruolo implica delle responsabilità anche in materia di sicurezza pubblica: le condivido con il prefetto e il questore. Credo fortemente in un tipo di sicurezza partecipata dove ogni componente, agenti, carabinieri e polizia municipale, lavorano insieme. E poi parlo da cattolico: un conto è la carità cristiana e aiutare chi ha bisogno, un altro è alimentare la criminalità».

L’editoriale di giovedì del Corriere del Veneto , però, ha messo a fuoco il punto: «Sino a prova contraria, al passante spetta la libertà dell’offerta o meno a chi chiede l’elemosina», e ha chiesto: «Si può rimuovere per editto la povertà? Si può cancellare dai nostri occhi chi chiede la carità? La miseria, in quanto tale, andrebbe combattuta, non multata».
E il direttore della Caritas padovana, don Luca Facco, riporta la questione al suo senso originale. «Dal punto di vista cristiano la possibilità di dare o chiedere l’elemosina è un diritto sacrosanto che va riconosciuto a qualsiasi persona.

Lo fa la stessa Bibbia. L’importante è non alimentare le forme moleste, ma questo vale per tutto ciò che diventa pesante e aggressivo». Il sacerdote aggiunge la sua esperienza nella città di Sant’Antonio. «Non possiamo non accorgerci dell’aumento delle persone estremamente povere. Eppure i miei occhi vedono tanti padovani che portano fuori dai negozi giubbotti, scarpe, che pagano il caffè a chi non se lo può permettere e lo fanno in modo discreto e silenzioso. Soprattutto, il pretesto dell’elemosina diventa l’occasione per far incontrare le persone. Davvero, c’è tanta sensibilità».