Papa Francesco, “lettera segreta da Ratzinger?”. Gianluigi Nuzzi su Libero

Pubblicato il 14 Marzo 2013 - 11:26| Aggiornato il 1 Ottobre 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – C’è una lettera sulla scrivania del nuovo pontefice, Papa Francesco. L’ha lasciata lì il suo predecessore, Benedetto XVI, prima di ritirarsi nel silenzio di Castel Gandolfo. Ratzinger ha voluto tracciare alcune linee, alcune osservazioni con l’auspicio che potranno trovare l’attenzione del nuovo pontefice. La notizia, riportata da Gianluigi Nuzzi su Libero, non viene confermata in Vaticano ma diverse fonti interpellate lo sostengono.

Nuzzi parla di 300 pagine di eredità:

Significa che oltre al dossier su Vatileaks e sugli scontri di Curia, 300 pagine scritte fitte fitte, il Papa emerito ha voluto lasciare un’eredità importante al suo successore senza influenzare i lavori del conclave. E senza dividere queste memorie con il suo segretario di Stato Tarcisio Bertone. Del resto, la scelta rapida dei porporati, le campane a festa segnano che il gesto di Benedetto XVI è stato accolto con responsabilità dai cardinali. Bisognava decidere con attenzione ma in fretta. Prima le dieci congregazioni chiuse proprio su una delle spine della Chiesa di oggi, lo Ior. Poi un conclave dove i big si sono sfidati in una manciata di votazioni raccogliendo quel consenso che si augurava proprio Ratzinger. Contro gli «individualismi» che «deturpano il volto della Chiesa» era l’augurio del Papa. E per superarli significava solo raccogliere il testimone lasciato e unirsi tutti sul candidato più idoneo.

È quello scelto? Difficile dirlo oggi. Perché non conosciamo bene quali forze hanno sostenuto la votazione né, ancor più, conosciamo il nome del segretario di Stato che andrà ad affrontare governance e quella Curia al centro di tanti scandali. Habemus Papam, quindi, ma non abbiamo il segretario. È assai probabile che con un Papa straniero la segreteria andrà a un italiano con una storia personale fatta di diplomazia. Ancora una volta un uomo che conosce la Curia ma non ne è elemento. Non ne fa parte. Con un segno di rottura con il passato. Quindi Jorge Mario Bergoglio è di certo una scelta forte, in linea con quella altrettanto rivoluzionaria di Ratzinger ma per capire meglio le priorità del pontificato, l’agenda e le volontà del papato che da oggi si apre al mondo bisogna attendere questa ulteriore scelta.