Rassegna stampa. Formigoni, Bersani e Legge di stabilità

Pubblicato il 15 Ottobre 2012 - 09:10 OLTRE 6 MESI FA
Rassegna stampa. Il Corriere della Sera 15-10-12

ROMA – La rassegna stampa di Blitz Quotidiano. Bersani si lancia nelle primarie. Addio di Veltroni al Parlamento. Il Corriere della Sera: “Il viaggio di Pier Luigi Bersani per la conquista delle primarie del centrosinistra parte da Bettola, suo paese natale nel Piacentino”.

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L’indigestione delle imposte. Editoriale di Alberto Alesina e Francesco Giavazzi:

Per approfondire: Bersani parte la corsa delle primarie dal distributore che fu del padre: video

“Le manovre varate negli ultimi 12 mesi, prima dal governo Berlusconi e poi dal governo Monti, si possono così riassumere (prendiamo questi numeri dall’Audizione parlamentare del vicedirettore generale della Banca d’Italia, Salvatore Rossi): nell’arco di due anni, 2012 e 2013, le entrate delle amministrazioni pubbliche dovrebbero crescere di 82 miliardi, le spese scendere di 43. Di questi tagli, tuttavia, circa 23 miliardi sono minori trasferimenti a Comuni, Province e Regioni. Se questi enti, come sta accadendo, compenseranno la riduzione dei fondi che ricevono dallo Stato aumentando le tasse locali, il risultato complessivo di queste manovre sarà 105 miliardi di maggiori tasse e 20 di minori spese”.

Intervista di Elisabetta Soglio al governatore della Lombardia Roberto Formigoni:

Per approfondire: Maroni sfida Formigoni su Facebook: “Vuoi candidarti? Facciamo le primarie”

“Ripeto quello che sto dicendo da mesi: non ho ricevuto nessun vantaggio da Daccò e Daccò non ha ricevuto nessun vantaggio da me. La sentenza del processo sul San Raffaele, che tra parentesi giudico abnorme per Daccò, ha dimostrato l’assoluta estraneità mia e della Regione. Aggiungo sommessamente, senza voler interferire nel lavoro della magistratura, che anche la vicenda Maugeri segue la stessa logica”.

E l’annuncio rischia di fermare la corsa di D’Alema e Bindi. Articolo di Maria Teresa Meli:

“A Pier Luigi Bersani, con cui ha parlato ieri sera, l’ha spiegata così: «E’ una scelta del tutto personale, senza altre letture. Non è per fare polemica: avevo preso un impegno nel 2006 e dentro di me l’avevo confermato quando mi sono dimesso da segretario». Ma è indubbio che, al di là delle sue intenzioni e della sua volontà, la scelta di Walter Veltroni è destinata a mutare il corso delle cose nel Partito democratico. Ed è singolare in questo senso che, seppure per caso, il suo annuncio sia caduto proprio nel giorno del compleanno di quel Pd che lui ha fondato”.

Legge di stabilità. Il Fisco ora salva le polizze sulla vita. Scrive Mario Sensini:

“I capitali versati dalle compagnie assicurative in caso di morte resteranno esenti dall’Irpef. Alla quale saranno invece sottoposti, per i contribuenti che dichiarano oltre 15 mila euro annui lordi, gli assegni per le pensioni e le indennità di invalidità, le pensioni di guerra di ogni tipo, quelle privilegiate militari e quelle connesse alle decorazioni all’Ordine militare e alle Medaglie al valor militare. 
La precisazione sui contenuti della nuova legge di Stabilità è arrivata ieri dal ministero dell’Economia, anche se un testo definitivo del provvedimento non c’è ancora. E difficilmente basterà a tranquillizzare i partiti che sostengono il governo Monti, unanimi nel criticare il pacchetto delle norme fiscali contenute nella legge di bilancio del 2013. Il suo cammino parlamentare si annuncia dunque difficile, senza contare che la corsia preferenziale rischia di trasformare l’esame della legge di Stabilità in un assalto alla diligenza. E c’è già chi prefigura la confluenza in quel testo di altri provvedimenti ancora all’esame del Parlamento se non addirittura del disegno di legge sulle semplificazioni per le imprese che il governo esaminerà domani”.

Rassegna stampa. La Repubblica_15-10-12

La Repubblica: “Veltroni: addio al Parlamento”. Un segnale per tutti. Editoriale di Carlo Galli:

“Non c’è la viltà all’origine del grande rifiuto di Veltroni. Certo, il Pd di oggi è diverso da quello che da lui è stato fondato cinque anni fa”.

Intervista di Conchita Sannino a Roberto Saviano:

“Purtroppo i fatti di oggi mettono in ridicolo le parole di Maroni, oltreché la campagna orchestrata contro di me. La reazione del Carroccio fu così risentita perché nessuno aveva ancora detto con chiarezza, al grande pubblico, che il pericolo era già lì, negli appalti, nelle imprese. Il caso ha voluto che cadesse la maschera del tesoriere della Lega Francesco Belsito, che secondo due procure aveva rapporti con la cosca dei De Stefano in Calabria. Poi è arrivato l’arresto dell’assessore Zambetti che, come sottolinea il procuratore aggiunto Boccassini, svela un pezzo di democrazia inquinata. E in tutto questo, la Lega ha esibito negli anni un’antimafia di facciata: quella che ti fa organizzare la fiaccolata contro il soggiorno obbligato di qualche boss o contro gli spacciatori, ma niente di più”.

Il Giornale: “Sprecano ma non pagano”. Editoriale di Gianluca Barbera:

“C’è qualcosa di più faticoso che fare l’imprendi­tore in questo Paese? Non bastano il ginepra­io di­leggi e leggine che rendono gravoso il fa­re impresa, gli infiniti cunicoli della burocra­zia nei quali si finisce spesso per smarrirsi, la rigidità cada­verica della normativa che regola – ma sarebbe meglio dire che imbalsama- i rapporti e i contratti di lavoro. A chi fa im­presa viene presentata una inesauribile lista di adempi­menti, formalismi, di assunzioni di responsabilità, di irre­prensibilità nei comportamenti- tutto giusto ma dove sta la reciprocità? Quando infatti è lo Stato a essere chiamato a fa­re la sua parte- come ad esempio a pagare i debiti che nume­rosissime aziende vantano nei suoi confronti – ecco che questo si defila, sconfessa ogni eticità e si trincera dietro una sorta di papale «non possumus, non debemus, non vo­lumus » in virtù della quale si sottrae alle sue responsabilità, col risultato di innescare una rovinosa sequela di fallimenti privati a catena (oltre il 30% delle imprese che chiudono i battenti dichiarano di essere state trascinate nel baratro dall’insolvenza dello Stato o da parte di un’azienda che non li ha pagati in quanto non è stata a sua volta pagata dal settore pubblico)”.

La Stampa: “Lombardia subito al volo”. Le riforme all’improvviso. Editoriale di Ugo De Siervo:

“Da alcuni giorni si è in attesa di conoscere il testo del disegno di legge di riforma della Costituzione che il Consiglio dei Ministri ha approvato e che riguarda un tema di grande importanza come la riconfigurazione dei poteri delle Regioni: se già è discutibile un ritardo del genere, mentre tanti vorrebbero conoscerne l’effettivo contenuto, è palese il rischio che le tante reazioni perplesse di amministratori e di studiosi portino alla sua mancata adozione, visti anche i tempi assai ridotti a disposizione del Parlamento per una riforma costituzionale del genere”.

Il diavolo è negli extra-costi. L’inchiesta di Marco Alfieri:

“La competitività nel fare business spesso dipende da fattori di contesto. In extracosti invisibili che possono gravare o meno su imprese e distretti produttivi. Oltre alle classiche zavorre – dalle tasse troppo alte al costo della bolletta energetica, dal gap infrastrutturale all’eccessivo nanismo – i cosiddetti «servizi alle imprese» sono una delle note dolenti del sistema Italia, perennemente in fondo alle classifiche internazionali. Nella categoria rientrano attività e procedure quotidiane come costi e documenti per esportare o importare una merce, ottenere l’allaccio alla rete elettrica fino al costo assicurativo di un parco auto aziendale. Passaggi in apparenza secondari nella vita di una impresa. In realtà decisivi”.

Il caso. Bonifica Ilva il giallo dei fondi dimenticati. Scrive Guido Ruotolo:

“Che fine hanno fatto i 140 milioni di euro accantonati per il risanamento ambientale di Taranto? Non stiamo parlando di una quota di quei 336 milioni di euro stanziati il mese scorso dal decreto Taranto. Ma di 140 milioni di euro investiti in titoli di Stato, e stanziati dall’Iri diventata Fintecna quando furono ceduti gli impianti siderurgici pubblici – 1995 – al gruppo Riva. E perché non sono stati utilizzati per «risanare» la città? Quante morti sarebbero state evitate?
La scoperta di questi fondi investiti in titoli di Stato è del deputato Pd Ludovico Vico, che oggi presenterà una interrogazione urgente al ministro per lo Sviluppo economico, Corrado Passera”.

Il Sole 24 Ore: “Il nuovo Fisco parte da casa e Irap”. Più mossa politica che progetto. Editoriale di Enrico De Mita:

Un obiettivo da raggiungere in coerenza con quanto stabilito in materia di federalismo fiscale, nonché con gli obiettivi di semplificazione e riduzione degli adempimenti e di adeguamento ai princìpi fondamentali dell’ordinamento dell’Unione europea. Questo, in sintesi, il disegno di legge delega fiscale che ha incassato venerdì il via libera della Camera. Un provvedimento che individua princìpi e criteri direttivi per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita. Questo “vasto programma” dovrà essere realizzato in nove mesi per l’entrata in vigore dei decreti, con altri decreti correttivi e integrativi dei decreti emanati. Altri decreti sono, poi, previsti per eventuali coordinamenti formali e sostanziali dei decreti legislativi emanati, in base alla legge delega, con altre leggi dello Stato”.

Legge di stabilità. Detrazioni sanitarie: 10 milioni di cittadini rischiano la sforbiciata. Articolo di Cristiano Dell’OsteGiovanni Parente:

“Sono più di dieci milioni gli italiani che rischiano di vedersi tagliare le detrazioni sulle spese sanitarie. Quelle, per intenderci, documentate con lo scontrino fiscale della farmacia o con la fattura del medico o del dentista. L’introduzione della franchigia di 250 euro – prevista dalla prima versione del disegno della legge di stabilità varato dal Governo – di fatto riduce lo sconto fiscale a tutti coloro che hanno un reddito complessivo superiore a 15mila euro all’anno”.

Il Messaggero 15-10-12

Il Messaggero: “Il conto delle nuove tasse”. La scuola vince se salva il merito. Editoriale di Giorgio Israel:

“Il ministro Profumo propone nella sua intervista al Messaggero un patto per la scuola. È una bella formula che esprime l’atteggiamento giusto di fronte al tema dell’istruzione, su cui deve convergere in modo costruttivo ogni sforzo. Qui si misura se vogliamo ancora bene a questo Paese e crediamo nel suo futuro. «Il futuro sarà come sono le scuole oggi», diceva il premio Nobel per la medicina Albert Szent-Gyorgyi. Sta a noi evitare che questo aforisma si traduca in un incubo. È positivo che il ministro voglia arrivare a questo patto raccogliendo il parere non solo dei sindacati e delle forze sociali ma di tutto il mondo della scuola. Ed è positivo che al centro del patto ponga il tema della rivalutazione del «grande ruolo dei docenti», in termini di dignità, di reputazione e anche di gratificazione finanziaria, offrendo una carriera che significhi progressione di stipendio ed elevamento della qualità della scuola”.