Renzi, Berlusconi, sciopero del Movimento dei Forconi: prime pagine e rassegna stampa

di Redazione Blitz
Pubblicato il 9 Dicembre 2013 - 08:26 OLTRE 6 MESI FA

Il Corriere della Sera: “Il trionfo di Renzi”. Il peso del successo. Editoriale di Antonio Polito:

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“La vittoria a valanga di Matteo Renzi è una benedizione per il Pd. Appena otto mesi fa quel partito si era liquefatto nel voto sul capo dello Stato, dopo aver perso un’elezione che poteva solo vincere. Era insomma allo sbando. Il governo Letta l’ha tenuto in vita con l’ossigeno; un nuovo leader, scelto da una base elettorale ancora una volta molto ampia e con un grande distacco, può ora rimetterlo in piedi. Renzi ha cominciato a vincere quando ha perso le primarie di un anno fa, perché il disastro politico che ne è seguito ha persuaso anche i più scettici elettori del Pd che rischiare con lui è sempre meglio che perdere di sicuro con gli altri.
Il voto di ieri ha così dimostrato che il Pd è scalabile, anche da un uomo nuovo che viene dalla periferia, anche senza accordi preventivi, anche senza peli sulla lingua. Si tratta di una qualità democratica di cui oggi nessun altro partito dispone, e che speriamo contagi presto il futuro centrodestra (sul Movimento di Grillo, almeno da questo punto di vista, c’è poco da sperare)”.

Dagli incarichi ai costi: la rivoluzione nel partito. Articolo di Maria Teresa Meli:

“Arriva Matteo Renzi, forte di un risultato netto che più netto non si può, e sarà rivoluzione anche al Nazareno. «La mia sarà una segreteria a costo zero», anticipa il sindaco ai fedelissimi e spiega il perché: «Noi dobbiamo fare politica per favorire la vita dei cittadini non per sottrar loro i soldi». Il che significa che chi starà in segreteria non prenderà indennità o rimborsi dal partito, ma si accontenterà del proprio stipendio, quale che sia il suo ruolo: parlamentare, amministratore locale, professore universitario o intellettuale.
Il coordinatore di questo organismo dirigente sarà il fido Luca Lotti, braccio destro e sinistro del neo segretario. Poi ci saranno molte donne. Tra cui la deputata Silvia Fregolent. E Debora Serracchiani, a cui dovrebbero andare gli Enti Locali, a meno che, alla fine, non si preferisca affidarle la presidenza dell’Assemblea nazionale, il ruolo, per intendersi, che fu di Rosy Bindi. Lorenzo Guerini, il deputato che per Renzi ha seguito le trattative per i regolamenti congressuali, dovrebbe fare il tesoriere”.

Berlusconi vuole 12 mila club: governo anche con M5S e Sel. Scrive Lorenzo Fuccaro:

“Il Cavaliere lancia i «Club Forza Silvio», venti anni dopo la sua discesa in campo perché anche adesso, come allora, «siamo qui per batterci per la nostra libertà, per non avere un futuro illiberale». E, come nel 1994, fornisce a ogni presidente un kit nel quale ci sono le letture consigliate. Tra di esse libri di Brunetta, Cicchitto, Cossiga, Violante ma anche di giornalisti (Cazzullo, Feltri, Rampini, Sangiuliano). Mentre parla — un discorso a braccio di quasi un’ora e mezzo — sul loggione dell’Auditorium, in alto alla sua sinistra, si agita un cartello nel quale campeggia la foto della figlia Marina, portato da un supporter di Cellino San Marco. Ed è la prima volta che nome e immagine della manager che guida la Mondadori compaiono in una manifestazione di Forza Italia. Segno dei tempi perché anche i fan più accesi del Cavaliere guardano al futuro e indicano le loro preferenze. E ai prossimi sei mesi, alle scadenze che avrà di fronte il popolo azzurro, lui dedica gran parte del suo intervento. Innanzitutto precisa che cosa intenda per governo di scopo. «Sarebbe opportuno mettere in campo un nuovo esecutivo con tutte le forze politiche in Parlamento, anche con Sel e Movimento 5 stelle», propone Berlusconi. «Un nuovo governo — insiste — che faccia una legge elettorale che rispetti il bipolarismo perché è e resta il miglior sistema per la democrazia come avviene in Francia e soprattutto negli Stati Uniti, dove centrodestra e centrosinistra sono sì avversari ma c’è rispetto reciproco». Non solo. Il Cavaliere auspica che, approvato il nuovo sistema, si ritorni a votare, accorpando le Politiche con le Europee”.

I Forconi in strada: invaderemo Roma. Articolo di Virginia Piccolillo:

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“Promettono più presìdi che blocchi stradali. Ma annunciano che mercoledì, se il governo sarà ancora in vita, convergeranno tutti a Roma.
È iniziata ieri sera la protesta «Fermiamo l’Italia» che prende le mosse dal cosidetto movimento dei Forconi. Da ieri sera a mezzanotte gruppi di autotrasportatori, agricoltori, artigiani, cobas del latte e del mais, commercianti antitasse e altri in rivolta, hanno portato sulle strade il malcontento degli italiani.
Una manifestazione che dovrebbe proseguire fino al 13 con presìdi e rallentamenti del traffico, ma sta via via cambiando volto al ritmo dei provvedimenti del Viminale che ha autorizzato anche l’uso di idranti. Anche l’Autorità garante per la regolamentazione degli scioperi avverte: «Siamo pronti a sanzionare chi non rispetterà le regole». Il movimento smentisce infiltrazioni mafiose: in Sicilia ieri era stato diffuso in un presidio un volantino con su scritto «W la mafia». Ma lo stesso procuratore di Caltanissetta, Sergio Lari, aveva escluso che potesse essere riconducibile al movimento dei Forconi che lo scorso anno mise in ginocchio la Sicilia con i blocchi stradali. Duro anche il ministro dei Traporti, Maurizio Lupi, parla di «protesta ingiustificata, perché — dice — non c’è nessuna richiesta presentata al governo al ministero dei Trasporti che sia rimasta inevasa e che li giustifichi».
«Ma il ministro Lupi non si chiede perché se davvero, come dice lui, ogni richiesta è stata esaudita come mai ci sono migliaia di persone che si preparano a scendere in piazza?», replica il leader del movimento dei Forconi, Mariano Ferro”.

La Repubblica: “Il trionfo di Renzi”.

La Stampa: “Renzi: ora mi gioco tutto in 2 mesi”.

Grillo e Berlusconi assediano il Colle. L’articolo di Ugo Magri:

“Ma quale Parlamento illegittimo, non scherziamo… Napolitano prova a sopire sul nascere la polemica circa i presunti «abusivi», vale a dire i 148 deputati Pd-Sel che, se si desse retta a Grillo, andrebbero bloccati dai commessi sull’uscio di Montecitorio. Sono stati eletti grazie al premio di maggioranza giudicato incostituzionale dalla Consulta. E ciò giustificherebbe (pure secondo l’«azzurro» Brunetta) la loro decadenza da onorevoli. Prodi stesso ci vede qualche problema, la propaganda congiunta forzisti-Cinque Stelle può creare confusione, «evidentemente sono discorsi che turbano». Ma Napolitano, in politica da 70 anni, non è personaggio da turbarsi per dei discorsi. Lasciando Milano per Roma, e interpellato sull’illegittimità del Parlamento, il Capo dello Stato si è rifatto agli interventi pubblici di Zagrebelsky e di Onida (avrebbe potuto citare giuristi altrettanto autorevoli, ma Napolitano si è limitato ai due che meno manifestano sintonia con il Colle e sono perciò al i sopra di qualunque sospetto): «Apprezzo molto la loro risposta. Gli argomenti dal punto di vista politico e istituzionale sono inoppugnabili e vanno nella direzione opposta». Opposta, è chiaro, ai desideri delle opposizioni”.

Kiev, il gigante Klitschko abbatte Lenin. Scrive Anna Zafesova:

“Un milione di persone sono scese in piazza a Kiev ieri, in una nuova sfida possente a Viktor Yanukovich. Scaduti i due giorni di ultimatum che l’opposizione ucraina aveva lasciato al potere per indire nuove elezioni, il Maidan Nezalezhnosti ieri si è riempito, ed anche espanso: i manifestanti stanno accerchiando con barricate il quartiere governativo di fronte alla piazza, promettendo un assedio a oltranza”.

 Il Giornale: “Renzi sgomina il Pd”. Caro Alfano, hai sei mesi per non fare la fine di Fini. L’editoriale di Vittorio Feltri:

oltre un mese dalla scissione avvenuta nel partito berlusco­niano, non si è anco­ra capito per quale motivo ( au­tentico) alcuni ex fedelissimi ­e beneficiati- del Cavaliere ab­biano fondato il Ncd, Nuovo centrodestra. Un mistero che la riunione organizzata dall’ex segretario del Pdl, postosi a ca­po della neonata formazione politica, non ha svelato. Anzi, lo ha infittito. Angelino Alfa­no, pur sfoggiando un’orato­ria sorprendentemente vi­brante, ha detto le cose di sem­pre, udite mille volte quando ancora non aveva abbandona­to la «casa del padre»: riforma­re la giustizia, rilanciare l’eco­nomia, cambiare la legge elet­torale eccetera. La solita predi­ca che nessuno – né a dritta né a manca – è mai riuscito a tra­durre in realtà”.