“Turchia aiuta Isis per gas sarin”: accusa di un deputato

di Redazione Blitz
Pubblicato il 15 Dicembre 2015 - 09:05 OLTRE 6 MESI FA
"Turchia aiuta Isis per gas sarin": accusa di un deputato

Erdogan (LaPresse)

ROMA – Aumentano le prove della complicità tra Turchia e Isis. Secondo quanto ha affermato in un’intervista a Russia Today il deputato del Partito Popolare Repubblicano turco Eren Erdem, il ramo siriano dell’Isis avrebbe ricevuto materiale per produrre il gas letale sarin dalla Turchia.

Come è noto, riporta Il Giornale,

il sarin fu usato anche negli attacchi di Ghouta e nei sobborghi di Damasco nel 2013, per i quali venne accusato Assad. Eppure il deputato turco spiega: “Per l’attacco coi gas di Ghouta sono state incolpate le truppe governative siriane. Ma c’è un’alta probabilità che quell’attacco sia stato compiuto con questi materiali transitati dalla Turchia. Con queste prove sappiamo chi ha usato il sarin e lo sa anche il nostro governo”.

In quel caso, forse, la Turchia cedette i gas letali per creare un casus belli e spingere l’Occidente a portare la guerra in Siria ed eliminare Assad. Si era davvero a un passo dal conflitto ma il presidente russo Vladimir Putin si prese l’onere di sistemare la faccenda e fece promettere ad Assad di eliminare le armi chimiche in suo possesso. In quell’occasione anche Papa Francesco si mobilitò in prima persona, organizzando una una grande veglia di preghiera in Vaticano.

Secondo il racconto fornito da Erdem, le prove della connivenza tra Isis e Turchia sarebbero contenute nel faldone 2013/120, l’indagine che venne poi archiviata. Spiega il deputato turco:

“Si capisce che il materiale usato per le armi chimiche passa attraverso la Turchia e viene assemblato nei campi dell’Isis, che allora era conosciuto come Al Qaeda irachena. È tutto registrato. Ci sono intercettazioni che dicono ‘non ti preoccupare per la frontiera, ci pensiamo noi’ e si comprende chiaramente come vengono usati i burocrati”.

Sempre secondo Erdem, i turchi coinvolti nel traffico sarebbero legati alla “Makina ve Kimya Endustrisi Kurumu”, la principale holding governativa di industrie per la Difesa, e che gli indizi porterebbero verso un intervento delle autorità per insabbiare il caso, con il possibile coinvolgimento del ministro della Giustizia Bekir Bozdag.