Antigenico una rete col buco. Nove mesi e 24 ore: i nuovi limiti a Green Pass e tampone

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 15 Novembre 2021 - 10:19 OLTRE 6 MESI FA
Antigenico una rete col buco. Nove mesi e 24 ore: i nuovi limiti a Green Pass e tampone

Antigenico una rete col buco. Nove mesi e 24 ore: i nuovi limiti a Green Pass e tampone FOTO ARCHIVIO ANSA

Un po’ di malessere, un po’ di mal di testa, raffreddore e magari qualche linea di febbre. O anche meno, anche nessun sintomo ma solo la notizia di essere entrati di persona o tramite un familiare (un figlio a scuola ad esempio) in contatto con un positivo al Covid (un compagno di scuola ad esempio). Quindi uno che fa? Si fa un tampone per vedere se il virus ha raggiunto anche lui. Oppure ancora, e sono milioni, serve il Green Pass e non si è vaccinati. Quindi uno si fa il tampone per avere il Green Pass ed entrare dove con Green Pass si entra. E che tampone si fanno i vaccinati prudenti e i non vaccinati in cerca di Green Pass? Nella quasi totalità dei casi il primo tampone è quello detto antigenico.

Risposta in pochi minuti, ma tre volte su dieci la risposta è sbagliata

Tampone antigenico è quello prescelto soprattutto perché dà risposta immediata o quasi, quindi risulta più “comodo”: un’ora, due al massimo per il referto. E costa anche meno soldi oltre che meno tempo rispetto al tampone detto molecolare. Tre volte su dieci però il referto atteso, quello con sopra scritto “negativo” corrisponde ad un falso negativo, tre volte su dieci il tampone antigenico fallisce.

La rete del tampone antigenico per individuare contagio è una rete col buco, lascia scappare tre pesci su dieci di quelli cattivi. E i falsi negativi convinti di esserlo davvero vanno in giro per lavori, famiglie, negozi…Sono portatori non solo ignari di contagio, lo portano convinti di essere del tutto puliti da virus. Sostituire l’antigenico col molecolare sempre e comunque? Costa soldi, stravolge abitudini, complica la vita quotidiana. E quindi comprensibilmente per ora non si fa. Ma se il contagio sale e sale e sale e nel buco della rete dovessero quindi passare un’infinità di pesci…

Natale sotto quota 20 mila contagi e 1.500 in terapia intensiva

Il limite da non varcare è quello dei tremila ricoveri in terapia intensiva, varcata questa line ci sarebbero restrizioni ai movimenti e alle attività. Ma ci si vuole fermare sotto, a quota 1.500, per avere un Natale totalmente libero nelle famiglie e nell’economia, un Natale sociale libero che non sia azzardo, anzi certezza di farsi male. Trentamila sono stati i contagi giornalieri previsti per Natale (ad ora circa 8mila). Ma si vuole rallentare e di molto il trend di crescita, rallentarlo almeno sotto i 20 mila. Come si fa?

Se Green Pass vale 9 mesi invece che 12

Ridurre il tempo di validità del Green Pass (oggi un anno) vuol dire avvicinare milioni e poi milioni di vaccinati nel 2021 alla terza dose già nel 2021. Chi si è vaccinato la scorsa primavera-estate ha in tasca Green Pass che dura fino a primavera estate 2022. Ma se Green Pass scade dopo nove mesi, mese dopo mese i vaccinati di febbraio, se vogliono nuovo Green Pass, devono fare terza dose al massimo a novembre, quelli di marzo terza dose al massimo a dicembre…Meno dura il Green Pass più si è spinti verso la terza dose.

Se tampone vale 24 ore

Ridurre il tempo di validità del tampone a sole 24 ore rende la valenza burocratica di questo certificato più vicina alla valenza clinica dell’esame. E rende il viver di tampone ancor più scomodo per i non vaccinati. Ma soprattutto la validità di sole 24 ore mostra ed evidenzia come la rassicurazione da tampone (per di più antigenico) sia limitata e precaria. Un principio di realtà, come quello per cui misurarsi la febbre al mattino non vuol dire automaticamente non averla il giorno dopo e portarsi il termometro in tasca non garantisce di non avere la febbre.