Covid mette fretta alla terza dose: richiamo vaccino dopo cinque mesi

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 23 Novembre 2021 - 09:24 OLTRE 6 MESI FA
Covid mette fretta alla terza dose: richiamo vaccino dopo cinque mesi

Covid mette fretta alla terza dose: richiamo vaccino dopo cinque mesi (Foto d’archivio Ansa)

Covid mette fretta: alle Regioni, al governo, perfino al black friday (si registrano affollati anticipi di acquisti nel timore di chiusure, peraltro improbabili, degli esercizi commerciali). Covid mette fretta e ansia all’intero mondo delle vacanze e del turismo natalizi, in particolare l’industria dello sci e il suo vasto indotto corrono e premono per mettere in atto lo scambio.

Impianti aperti, non vaccinati esclusi. Covid mette fretta alla famiglie nel chiedersi come riunirsi per il Natale e porta in moltissime case la domanda. Che si fa con cene e feste che coinvolgono minori di 12 anni ovviamente non vaccinati e li mettono a contatto stretto, diretto, prolungato e al chiuso con nonni e genitori altrui (di cene e feste con adulti non vaccinati non se ne dovrebbe neanche parlare). Covid mette fretta a tutto e a tutti tranne che alla politica e alla sua cronaca, entrambe minime e misere nel crogiolarsi su questioni misere e minime.

Vaccino Covid: da sei a cinque mesi per il richiamo

Covid mette fretta perfino ai No vax, il suo passo di nuovo veloce li avvicina all’ineludibile bivio: o si vaccinano (altamente improbabile) o si contagiano (altamente probabile). In qualche modo i No vax lo avvertono e quindi sono sempre più nervosi, arroganti e violenti. Covid che ha cominciato a rimandare pazienti in ospedale e in terapia intensiva in misura crescente mette fretta all’intero sistema sanitario che già non riesce a fare tutto ciò che dovrebbe in prestazioni, assistenza e cure per ciò che Covid non è.

Covid ha messo fretta anche alla terza dose, al richiamo vaccinale. Fino ad ieri l’intervallo raccomandato e di fatto vigente tra la seconda dose e la terza era di sei mesi. Da domani 24 novembre l’intervallo è ridotto a cinque mesi. 

Un mese in meno per…

Un mese di intervallo in meno per accorciare il vantaggio che il Covid si sta prendendo sull’attuale mix di popolazione tra vaccinanti e non vaccinati. Il 15% della popolazione totale non vaccinata è ampio serbatoio replicazione e diffusione virus, gran parte dell’85% della popolazione vaccinata lo è ormai da molti mesi e quindi vede diminuita la protezione dal contagio (molto meno diminuisce la protezione da malattia severa e ricovero e morte).

Quindi terza dose dopo cinque non ei mesi dalla seconda assottiglia il numero dei vaccinati da un lasso di tempo ampio. Un mese di anticipo serve a correre al passo del Covid, è il virus che detta il passo, come sempre. Stavolta almeno lo si rincorre senza accettare di dargli troppo vantaggio.