Boom di casi di morbillo in Italia nel 2017. Siamo secondi alla Romania Boom di casi di morbillo in Italia nel 2017. Siamo secondi alla Romania

Morbillo: 5mila casi, 6 volte di più del 2016. Effetto del non vaccino

Boom di casi di morbillo in Italia nel 2017. Siamo secondi alla Romania
Morbillo: 5mila casi, 6 volte di più del 2016. Effetto del non vaccino

ROMA – Quasi 5 mila casi di morbillo solo nel 2017, quasi sei volte quelli del 2016, con quattro morti. Lo segnala il bollettino del ministero della Salute, secondo il quale in Europa siamo secondi solo alla Romania per incidenza di casi.

Nel 2017, informa il ministero, ci sono stati in Italia 4.991 casi di morbillo: “Il 44,8% dei casi – si legge nel bollettino – è stato ricoverato e un ulteriore 22% si è rivolto ad un Pronto Soccorso. Sono stati segnalati quattro decessi, di cui tre bambini sotto i 10 anni di età (rispettivamente 1, 6 e 9 anni) e una persona di 41 anni, tutti non vaccinati. In tutti i casi erano presenti altre patologie di base e la causa del decesso è stata l’insufficienza respiratoria”.

Nel 35,8% dei casi si sono avute una o più complicanze, e il range d’età dei pazienti varia da un giorno a 84 anni, con l’età mediana che è risultata di 27 anni. L’87,5% dei casi era non-vaccinato e il 7,2% aveva effettuato una sola dose di vaccino. L’1,6% aveva ricevuto due dosi e il 3,7% non ricorda il numero di dosi. In particolare il morbillo è tornato in otto Regioni, nelle quali si è registrato il 90% dei casi: Lazio (1.699), Lombardia (787), Piemonte (629), Sicilia (425), Toscana (370), Veneto (288), Abruzzo (173) e Campania (108).

La regione Lazio ha riportato il tasso d’incidenza più elevato (28,8 casi ogni 100.000 abitanti), seguita dal Piemonte (14,3/100.000) e dall’Abruzzo (13,1/100.000). Per quanto riguarda le fasce d’età l’incidenza più alta si è avuta per quella tra 0 e 4 anni, 34,8 casi per 100mila abitanti, seguita da quella tra 15 e 39 (17,3).

“Questi dati ci dicono che il morbillo è un problema enorme nel paese – spiega Susanna Esposito, ordinario di pediatria all’Università degli Studi di Perugia e presidente dell’Associazione Mondiale per le Malattie Infettive e i Disordini Immunologici, WAidid – non solo nei bambini sotto i due anni ma anche negli adolescenti e nei giovani adulti. Questo spiega l’importanza della legge che ha introdotto almeno l’obbligo per l’ingresso a scuola dei più piccoli”. Ora però, conclude Esposito, l’attenzione deve rimanere elevatissima anche per i giovani e negli ospedali, dove è fondamentale che gli operatori si vaccinino perché sono una categoria ad altissimo rischio”.

I numeri del ministero hanno riacceso la polemica contro i no vax. Su Twitter è partito all’attacco il deputato Pd Michele Anzaldi. “Salvini e Di Maio hanno ancora coraggio di attaccare il vaccino obbligatorio (e gratuito) introdotto dal Governo? Farebbero bene a chiedere scusa e smetterla di volersi sostituire alla scienza”.

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