Il test sierologico è una falsa pista per decidere sulla terza dose del vaccino anti Covid? Forse è una affermazione forzata, ma il senso è quello. Il sierologico dà una indicazione sulla presenza degli anticorpi nell’orgamismo. Ma non è un numero sufficiente a stabilire se la terza dose sia necessaria oppure no.
Sempre meglio farla, sostiene Sergio Abrignani, immunologo che fa parte del comitato tecnico scientifico. Abrignani è intervenuto sulle pagine del Corriere della Sera.
Sierologico falsa pista per decidere sulla terza dose?
Partiamo da una considerazione. Il test sierologico ti dà una sorta di numeretto degli anticorpi che hai in corpo. Ma non esiste un unico standard. Nel senso che non esiste scientificamente un “correlato di protezione”, ovvero la quantità di anticorpi giusti o no. Puoi sapere solo se gli anticorpi che hai sono relativamente pochi o relativamente tanti.
Il sierologioco poi non ti dice come stanno messi i linfociti, che sono quelli che aggrediscono il virus. Quindi quello che in molti pensano non è valido, almeno scientificamente. E cioè mi faccio il sierologico e se ho tanti anticorpi non mi faccio la terza dose.
Quanto dura la protezione con le dosi?
Abrignani spiega anche le tempistiche scelte per la somministrazione di prima, seconda e terza dose in Italia:
“Le prime, date entro un mese una dall’altra, servono a indurre una forte risposta immunitaria che è protettiva nell’immediato. Successivamente serve una terza dose a una distanza compresa tra 6 e 12 mesi della seconda che instauri una memoria a lungo termine, cosa che non avviene in tutti i soggetti solo con le due dosi ravvicinate”.