Taranto, “nel latte materno sostanze cancerogene”. Il rapporto choc

di Redazione Blitz
Pubblicato il 29 Maggio 2014 - 19:03 OLTRE 6 MESI FA
Taranto, "nel latte materno sostanze cancerogene". Il rapporto choc

(Foto Lapresse)

TARANTO – Non solo diossine e Pcb (policlorobifenili), ma anche benzo(a)pirene e altre sostanze cancerogene sono state trovate nel latte materno di alcune donne che vivono nel quartiere “Borgo” di Taranto, a circa 3 chilometri dallo stabilimento dell’Ilva.  A denunciarlo è il presidente del Fondo Antidiossina Taranto, Fabio Matacchiera.

Tra le sostanze cancerogene rinvenute nel latte delle neo-mamme ci sono anche crisene, benzoantracene e benzo(b)fluorantene, dice Matacchiera, che venerdì 30 maggio divulgherà uno studio con riscontri analitici emersi da laboratori accreditati. La novità rispetto al passato è rappresentata dallo studio delle cosiddette ‘polveri di deposizione’, ovvero polveri immesse nell’atmosfera e trasportate dal vento, che si depositano sulle strutture.

Il Fondo Antidiossina è una onlus che da diversi anni ha avviato un monitoraggio tra le future mamme per rilevare l’eventuale presenza di diossina e altri cancerogeni nel latte materno. Diverse donne si sono sottoposte gratuitamente all’indagine pilota.

Nel 2010 fu riscontrata, in alcuni casi, anche la presenza rilevante di diossine e pcb, fino al valore di circa 40 picogrammi/grammo su materia grassa. E nello stesso anno risultarono contaminate da diossine, pcb e metalli pesanti anche le lumache raccolte nelle campagne del rione ‘Tamburi‘. Nel 2011, da una prima segnalazione del Fondo antidiossina, si scoprì la presenza di diossina e Pcb nelle cozze del primo seno del mar Piccolo e tuttora in quest’area vige il divieto di coltivazione e commercializzazione dei mitili.

Nel gennaio di quest’anno, invece, Matacchiera ha commissionato l’analisi di uova di galline ruspanti prelevate presso alcune masserie situate in prossimità di Martina Franca, registrando ”criticità per valori abbastanza elevati di diossine, furani e Pcb”, anche se ”sotto il limite di azione”.

Le ultime analisi sul latte materno hanno consentito infine di rilevare, come anticipato dall’ambientalista, valori ‘significativi’ di benzo(a)pirene, idrocarburo riferibile alle emissioni dell’Ilva classificato come cancerogeno dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc), e altri Idrocarburi aromatici policiclici (Ipa), come benzo(a)ntracene, benzo(b)fluorantene e crisene, considerati ‘potenti inquinanti atmosferici’.