Giorgio Salvini, morto padre del sincrotone dei Laboratori di fisica di Frascati

di Veronica Nicosia
Pubblicato il 8 Aprile 2015 - 12:12 OLTRE 6 MESI FA
Giorgio Salvini, morto padre del sincrotone dei Laboratori di fisica di Frascati

Giorgio Salvini, morto padre del sincrotone dei Laboratori di fisica di Frascati

ROMA – Giorgio Salvini è morto l’8 aprile a Roma. Il fisico di fama internazionale  si è spento a 95 anni nella sua casa. Lui è stato il padre del primo sincrotone costruito nei Laboratori di Frascati dell’Istituto nazionale di fisica nucleare. Nato il 24 aprile 1920, fu proprio Salvini a organizzare e creare il primo laboratorio di fisica delle particelle vicino Roma, un laboratorio che proiettò subito dopo la seconda guerra mondiale l’Infn nell’eccellenza della fisica mondiale.

Salvini infatti accettò il suo primo lavoro scientifico proprio negli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale, lavoro che portò avanti da “clandestino” nascosto dal suo professore e relatore Giovanni Polvani nelle stanze dell’Istituto di Fisica dell’Università di Milano.

È a partire da quei lavori che Salvini inizia a farsi notare. In quel momento, lavora sulle interazioni mesoniche nei nuclei, prima di passare a occuparsi di raggi cosmici. Con questa linea di ricerca ebbe i primi successi e riconoscimenti, la cattedra e l’invito a Princeton dai colleghi americani nel 11949. In quegli anni consolida amicizie e collaborazioni importanti con altri giovani fisici, come Gilberto Bernardini, Edoardo Amaldi ed Ettore Pancini, e continua a occuparsi con successo di raggi cosmici e rivelazione di particelle.

Rientrato in Italia insegna Fisica Generale, e dal 1953 viene nominato giovanissimo (ha appena 33 anni) direttore del progetto nazionale per la costruzione a Frascati di un elettrosincrotrone da 1.000 MeV. Nasce così la prima di una serie di macchine che consentirà ai Laboratori Nazionali di Frascati dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di diventare un centro di ricerca all’avanguardia nel campo della fisica delle alte energie.

Quando Salvini ne lascia la direzione nel 1960, i Laboratori sono ben avviati oltre a essere diventati un importante luogo di formazione per la scuola italiana di fisica degli acceleratori che, con AdA e le intuizioni del fisico austriaco Bruno Touschek, apre la nuova fondamentale era degli anelli di accumulazione. Tra il 1966 e il 1970 presiede l’INFN, che sotto la sua guida ottiene finalmente piena autonomia giuridica.

Tornato stabilmente alla ricerca dalla fine degli anni ‘70 entra a far parte del gruppo che al CERN rivela i bosoni intermedi W e Z˚, scoperta per cui Carlo Rubbia riceverà il premio Nobel. Continua ad alternare con passione ricerca e prestigiosi ruoli di dirigenza e nel 1990 succede ad Amaldi come direttore dell’Accademia dei Lincei e nel 1995 viene nominato Ministro per l’Università e la Ricerca Scientifica e Tecnologica nel governo Dini.

Dopo quest’esperienza continua con lo stesso entusiasmo a partecipare alla vita universitaria romana e internazionale ancora dichiarandosi semplicemente “un uomo fortunato”. Guidato dai suoi due poli di riferimento di sempre: la sua curiosità scientifica e l’insegnamento, come disse lui stesso in una precedente intervista:

“Arrivato alla mia sera trovo di essere stato un uomo fortunato, per quanto ho visto e ho contribuito, su limitatissima scala, ad attuare”.

A ricordare Salvini nel giorno della sua scomparsa è Fernando Ferroni, presidente dell’Infn, che ha dichiarato:

“Un protagonista straordinario della rinascita della fisica italiana dopo la tragedia della diaspora e della guerra. Accettò giovanissimo il compito di organizzare e coordinare la costruzione del sincrotrone ai Laboratori di Frascati. Una macchina che nacque dalla volontà di proiettare l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare nell’eccellenza della fisica mondiale, e che lui rese realtà insieme a una squadra di giovani entusiasti. Nella sua lunga e splendida carriera scientifica, l’ottimismo della volontà ha sempre prevalso e questo è un lascito di cui l’INFN cercherà di far sempre tesoro”.