Mazzette sul “verde”, la rabbia di Parma. Comune sotto assedio

di Riccardo Galli
Pubblicato il 6 Luglio 2011 - 16:08 OLTRE 6 MESI FA

E a giugno, a fine giugno, undici persone vengono arrestate dalla guardia di finanza nel corso dell’operazione “Green money”, che questa volta riguarda il verde pubblico. Tra queste tre dirigenti del Comune: il comandante della polizia municipale Giovanni Maria Jacobazzi, il direttore marketing – già capo dello staff del sindaco e direttore di Infomobility – Carlo Iacovini (responsabile del progetto Zero Emission City) e Manuele Moruzzi del settore Ambiente, legati a filo doppio al sindaco Pietro Vignali fin dai tempi dell’assessorato all’Ambiente. In manette anche il direttore generale della multiutilty Iren a Parma Mauro Bertoli, il presidente di Engioi (società per azioni di cui il Comune detiene la maggioranza) Ernesto Balisciano, il presidente e il vice della cooperativa Student work service Gian Vittorio Andreaus e Tommaso Mori, gli imprenditori Gianluca Facini, Norberto Mangiarotti, Alessandro Forni e l’investigatore privato Giuseppe Romeo Lupacchini. Gli undici arrestati sono accusati di corruzione e reati contro la pubblica amministrazione. E’ stato accertato il pagamento di tangenti per diverse centinaia di migliaia di euro. Il procuratore capo di Parma Gerardo Laguardia commentò: “A Parma il fenomeno della corruzione è molto diffuso. L’ex Enìa è una mucca da mungere”.

Il sistema, secondo l’accusa,  era quello di drenare soldi al Comune tramite consulenze fittizie, fatturazioni gonfiate e servizi mai resi. Ad esempio 50-70mila euro spesi per una consulenza sui canali irrigui che non era di alcuna utilità all’Amministrazione. Altri 180mila euro che hanno finanziato i fiori del Lungoparma, le “pink roses”, per le quali non funzionava neanche l’impianto di irrigazione. Gli arrestati con i soldi pubblici si facevano sistemare i propri giardini fatturando i lavori come se fossero servizi pubblici. Il giardino di Paco e Ax, i cani lupo dei vigili, non è mai stato realizzato: con i soldi stanziati, però, Jacobazzi ha riqualificato l’area verde della sua casa al mare a Santa Marinella. Il comandante della Municipale è accusato anche di concussione: avrebbe fatto pressioni su un agente che aveva multato Rosi per il dehors installato in via Farini. Minacciò di trasferirlo se non avesse tolto la sanzione. “E’ evidente – secondo Laguardia – quanto Jacobazzi fosse succube dei potenti della città”. Il capo dei vigili vendeva anche informazioni riservate su aziende e privati cittadini reperibili nei database ministeriali.

Con i soldi pubblici poi, oltre a sistemare i loro giardini, i dirigenti comunali (sempre secondo l’accusa) sistemavano anche le proprie consorti. I contribuenti parmigiani hanno pagato la riqualificazione del cortile dell’asilo di Brescia dove lavora la moglie di Iacovini. Mentre quella di Moruzzi, titolare di un’azienda che si occupata di toelettatura di animali chiamata Ringhio, ha incassato 50mila euro (4mila al mese) per fare il bagno ai cani del canile pubblico. Peccato che a occuparsi della loro igiene non sia stata lei, ma i volontari della struttura. Mangiarotti e Balisciano erano poi rispettivamente il presidente e il finanziatore di Parma People, la struttura messa in piedi da Pietro Vignali per finanziare la sua campagna elettorale a sindaco. Era giugno, e il primo cittadino Pietro Vignali disse di non avere nessun intenzione di rimettere il mandato. “Sono fatti che riguardano singole persone io ero all’oscuro di tutto”.

Il sindaco non sapeva, ma subito dopo gli arresti, grazie al tam tam in rete i parmigiani hanno saputo. E sapendo una parte di loro si è, appunto, incazzata ed è scesa in piazza. Manifestazioni più o meno spontanee che si sono andate in scena il 24 e il 28 giugno e che si sono ripetute ieri (5 luglio). A leggere i numeri dei dimostranti, ieri erano circa 400, si potrebbe pensare che sia solo uno sparuto numero di contestatori, ma per una realtà come Parma alcune centinaia di persone sono un numero considerevole. Da registrare poi ci sono anche l’indignazione e la richiesta di dimissioni da parte dell’opposizione e l’abbandono della maggioranza da parte dell’Udc. Ma nonostante tutto questo il sindaco Vignali va avanti e la maggioranza, per ora, sembra tenere.