Nave dei veleni: la Dda di Catanzaro chiede l’archiviazione dell’inchiesta

Pubblicato il 15 Marzo 2011 - 13:13 OLTRE 6 MESI FA

CATANZARO – La Dda di Catanzaro ha chiesto al gip l’archiviazione dell’inchiesta sulla cosiddetta nave dei veleni, il relitto individuato al largo della di Cetraro, sulla costa tirrenica cosentina. L’inchiesta era nata in seguito al ritrovamento del relitto ed alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Francesco Fonti, secondo il quale la nave affondata era la Kunsky carica di rifiuti radioattivi. Dagli accertamenti dei magistrati della Dda è invece emerso che il relitto indicato da Fonti e’ quello della nave passeggeri Catania, affondata nel 1917, e che a bordo non c’e’ traccia di rifiuti.

La richiesta di archiviazione e’ stata firmata dal procuratore di Catanzaro Vincenzo Antonio Lombardo e dall’aggiunto Giuseppe Borrelli, che hanno coordinato le indagini. Era stato lo stesso Fonti ad autoaccusarsi dell’affondamento della nave che ha asserito essere la Kunski, sostenendo di averla caricata di esplosivo per farla sparire con un carico di rifiuti radioattivi.

Nella richiesta di archiviazione presentata dalla Dda di Catanzaro per la nave dei veleni, ci sono anche i nomi di quattro persone che erano state iscritte nella fase delle indagini. Tra loro c’è anche il boss Franco Muto, di Cetraro, e lo stesso collaboratore Francesco Fonti. Gli altri due indagati per i quali e’ stata chiesta l’archiviazione sono Giuseppe Scipio Marchetti, gia’ sindaco di Cetrario, e Delfino Luciferi. Fonti, autoaccusandosi dell’affondamento della nave, aveva detto di essere stato aiutato nell’operazione, da Muto, Marchetti e Luciferi che, pertanto, erano stati iscritti nel registro degli indagati. Dalle indagini è poi emersa la loro totale estraneità.