P4, i segreti di Milanese in cinque cassette di sicurezza

Pubblicato il 11 Luglio 2011 - 12:10 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Cinque cassette di sicurezza sigillate nel cuore della  Banca del Credito Artigiano a Roma, non lontano dalla sede del ministero dell’Economia. Cinque cassette di sicurezza, dal contenuto ancora ignoto, che appartengono a Mauro Milanese, deputato del Pdl e consigliere di Giulio Tremonti su cui pende una richiesta di arresto (associazione per delinquere, rivelazione di segreto e corruzione le accuse dei pm ai suoi danni), nell’ambito dell’inchiesta sulla P4 che ha già visto finire in carcere l’imprenditore Luigi Bisignani.

Il pm Vincenzo Piscitelli, spiega Conchita Sannino, su Repubblica, vorrebbe tanto sapere cosa c’è dentro al punto di chiederne e ottenerne il sequestro. Il passo più difficile, per l’accusa, è però quell0 che deve ancora venire: per aprire quelle cassette servirà infatti apposito voto delle Camere, esattamente come nelle procedure di richiesta di arresto. Già per Milanese il parere non arriverà prima di settembre. Con la pausa estiva alle porte il rischio è che prima di battere questa pista investigativa la Procura abbia da pazientare un bel po’.

Ammesso e non concesso che in quelle cassette di sicurezza ci sia ancora qualcosa di rilevante ai fini dell’inchiesta. Scrive Sannino: ” Sarà una coincidenza, ma il perito Luigi Mancini, incaricato dal pm, ha già accertato che alcuni ripetuti accessi di Milanese a quelle cassette sono avvenuti a metà dicembre scorso: ovvero subito dopo l’arresto di Paolo Viscione, che già nelle intercettazioni a suo carico, ben note a Milanese, lanciava messaggi”.

Proprio Viscione, per Repubblica, sarebbe un personaggio chiave dell’inchiesta. Uno che, dopo il suo arresto, sarebbe diventato una sorta di “gola profonda”. In una delle intercettazioni, Viscione non le manda a dire: “Se mi stanno ascoltando è meglio, lo dico io che pezzo di m… è questo. Io voglio uscire da questa storia perché quando vengo ricattato dalla politica, da questo Milanese che si fotte i soldi, io non voglio averci più a che fare”. L’imprenditore, sotto accusa per una mega truffa da 30 milioni, secondo Sannino è l’uomo che “racconta di aver riversato sul consigliere del ministro “una milionata di euro cash” nel corso di quattro anni, oltre a lussuose auto, gioielli, orologi d’oro, viaggi”.