Porto Recanati (Mc): viaggio nella “piccola Scampia” marchigiana, un palazzo della droga dove convivono 34 etnie

Pubblicato il 18 Novembre 2010 - 19:36 OLTRE 6 MESI FA

Viaggio nella piccola “Scampia” marchigiana. Un edificio di diciassette piani sulla statale Adriatica a Porto Recanati dove vivono duemila persone di trentaquattro etnie diverse in 480 appartamenti. Più che un palazzo, anzi un residence, l’Hotel House è una piccola città: ci sono le mosche, le chiese protestanti, l’internet point. Si trova all’altezza di Civitanova Marche in direzione Ancona e assomiglia più che altro a una cattedrale nel deserto, così immensa e isolata in mezzo alle campagne.

Gli abitanti della zona però, come racconta in un reportage ‘Il Corriere della Sera’ la chiama “la nostra piccola Scampia”. Il perché? Non perché ci vivano extracomunitari. Quelli stanziali, cioè che nell’Hotel House vivono tutto l’anno, sono ben integrati, lavorano, vanno a scuola, fanno vita sociale. Il problema qui arriva soprattutto con la stagione estiva ma anche d’inverno. Di giorno l’edificio è tranquillo ma all’imbrunire diventa un’enorme piazza di spaccio. Scrive il Corriere: “Almeno dieci persone prendono il controllo della situazione. Vendono tutti i tipi di droghe presenti sul mercato e se il malcapitato non è un loro cliente, rischia come minimo botte”.

Secondo quanto scrive il quotidiano milanese a rifornire questo traffico è la camorra che ogni giorno fa arrivare dalla Campania dei camion pieni di t-shirt, borse, vestiti contraffatti e droga. Per lo più eroina tagliata con calcinacci o altro. L’estate scorsa c’è scappato anche il morto: Paolo Persici , trentanove anni, neolaureato in medicina, trovato morto nel parcheggio con la siringa ancora infilata nel braccio. Una situazione critica, tanto che le cinquecento famiglie di extracomunitari, che in questo posto ci vivono tutto l’anno, chiedono maggiore sicurezza.