L’umanità, i robot, e la vita insignificante. L’inquietante futuro previsto da Subhash Kak

di Redazione Blitz
Pubblicato il 18 Gennaio 2018 - 07:00 OLTRE 6 MESI FA
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L’umanità, i robot, e la vita insignificante. L’inquietante futuro previsto da Subhash Kak

ROMA – L’umanità vivrà in una “distopia infernale” e i robot subentreranno a milioni di posti di lavoro, le persone condurranno vite miserabili e insignificanti: è l’inquietante futuro previsto da Subhash Kak, esperto di informatica all’Oklahoma University.

Le capacità dei robot e dell’IA (intelligenza artificiale, ndr) continuano a svilupparsi e Kak, scienziato di primo piano, avverte che l’acquisizione delle macchine condurrà l’umanità verso una società spaventosa. L’occupazione dà alle persone autostima, le valorizza. Ma, secondo lo scienziato, quando i robot prenderanno il controllo, l’uomo perderà l’autostima e vivrà una miserevole vita “senza senso”. Sostiene che la dipendenza da oppiacei negli Stati Uniti e l’ascesa di gruppi estremisti sono l’iniziale presagio di un futuro distopico.

Kak, professore di ingegneria elettronica e informatica, ha dichiarato al Daily Mail Online:”Gli inizi della distopia sono già presenti. Ci sarà una massiccia disoccupazione. Le persone vogliono sentirsi utili e il lavoro dà un senso, e così il mondo sprofonderà nella disperazione”.

Un report dello scorso anno affermava che, entro il 2030, 800 milioni di lavoratori potrebbero essere sostituiti da macchine.

“I responsabili politici hanno iniziato a parlare del reddito minimo garantito, il che vuol dire che tutti avranno cibo, riparo e uno smartphone ma non viene affrontato il nocciolo del problema”.

“L’attuale epidemia di oppioidi e droghe negli Stati Uniti, a mio parere, è una manifestazione di questa disperazione. Ugualmente, fenomeni come l’ISIS sono una risposta alla mancanza di significato che le persone avvertono in un mondo dedicato solo al culto del corpo”, ha affermato il dott. Kak.

La McKinsey, società di consulenza management, ha pubblicato l’articolo “Posti di lavoro persi, posti di lavoro acquisiti: transizione della forza lavoro in un periodo di automazione”. Focalizza l’attenzione sulla quantità di posti di lavoro che andrebbero persi con l’automazione e quali professioni maggiormente a rischio.

Parlando della continua evoluzione dell’intelligenza artificiale, Kak ha affermato: “C’è chi sostiene che l’attuale fase di automazione creerà nuovi tipi di lavoro che non possiamo nemmeno immaginare”.

“L’attuale rivoluzione sta sostituendo il pensiero umano e quindi l’impatto sulla società sarà enorme.”

Il report afferma che ci sarà abbastanza lavoro per mantenere la piena occupazione fino al 2030, ma ci saranno sfide più impegnative e che del 60% dei posti di lavoro, almeno un terzo delle attività potrebbe essere automatizzato.
“Stimiamo che l’automazione allontanerà dal posto di lavoro tra i 400 e 800 milioni di individui e, nel mondo, dovrebbero trovare nuovi posti entro il 2030”.

Il report indica che saranno disponibili nuovi posti di lavoro ma, al contempo, sottolinea che per ottenerli le persone potrebbero aver bisogno di apprendere nuove competenze: si parla dai 75 ai 357 milioni di individui; inoltre, a essere probabilmente più colpiti dal passaggio all’automazione saranno i lavoratori cinesi che avranno bisogno di cambiare occupazione: fino a 100 milioni se l’automazione viene adottata rapidamente oppure, se entro il 2030, colpirà il 12% della forza lavoro.

“Può sembrare una cifra enorme ma è relativamente piccola rispetto alle decine di milioni di cinesi che, negli ultimi 25 anni, hanno abbandonato l’agricoltura”, afferma il report.

Ma i Paesi che stanno affrontando il cambiamento maggiore sono gli Stati Uniti, la Germania e il Giappone:”Per le economie avanzate, la quota della forza lavoro che potrebbe aver bisogno di apprendere nuove competenze e trovare lavoro in nuove professioni, è molto più alta: fino a un terzo della forza lavoro negli Stati Uniti e in Germania, e quasi la metà in Giappone, entro il 2030″.

I lavori manuali come ad esempio operatori di macchine e lavoratori nei fast food, sono le categorie più a rischio a essere sostituite dai robot. Accanto, anche la raccolta e l’elaborazione dei dati, che possono eseguite in modo migliore e più rapido dalle macchine, scrive il Daily Mail.

Ciò potrebbe spostare grandi quantità di lavoro del settore paralegale, prestiti ipotecari, contabilità, trattamento delle operazioni di back-office.

Meno a rischio, secondo il report, occupazioni come i giardinieri, idraulici o badanti: categorie difficili da automatizzare, che chiedono retribuzioni relativamente basse. Il che rende l’automazione una proposta commerciale meno allettante.