Se un asteroide colpisse la Terra, cosa mangeremmo? Lo scenario: fattorie sotterranee, cibo postagricolo, alghe

Scenari apocalittici ma nemmeno troppo: anche colpiti da un asteroide i terrestri avrebbero diverse chance di sopravvivenza. A partire dal cibo

di Redazione Blitz
Pubblicato il 23 Ottobre 2022 - 11:30 OLTRE 6 MESI FA
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Asteroide (Ansa)

Se un asteroide colpisse la Terra, cosa mangeremmo? Sì, tecnologicamente saremmo in grado di deviare un asteroide entro certe dimensioni, lo dimostra l’esperimento riuscito con una sonda della Nasa. Ma cosa succederebbe se dovessimo affrontare le conseguenze del catastrofico urto sul pianeta di un corpo celeste?

Se un asteroide colpisse la Terra, cosa mangeremmo?

Soprattutto, come sopravviveremmo, cioè, in soldoni, cosa mangeremmo? Se lo è lo chiesto – ed ha fornito risposte per molti versi scientificamente giustificate e creative – Philip Maughan, scrittore e divulgatore in ambito food. 

In un articolo apparso sulla Bbc, Maughan prefigura uno scenario apocalittico cercando di imparare dalle lezioni del passato. Quando 66 milioni di anni fa l’asteroide Chicxulub  colpì la Terra, cosa avvenne? 

Circa 25 trilioni di tonnellate di materiale sotterraneo emerse in superficie provocando una nube che oscurò il Sole: un mondo orbo dei raggi solari, niente luce per un po’. Atteso che un immagazinamento di scorte alimentari a lunga conservazione, per essere un minimo efficace finirebbe per far aumentare i prezzi in maniera insostenibile, bisogna studiare qualcosa di meglio.

Fattorie sotterranee, cibo postagricolo, alghe

Altri rimedi in effetti sono però tecnologicamente alla nostra portata. Primo: l’allestimento di fattorie sotterranee, le grandi città avrebbero il vantaggio di utilizzare gli spazi enormi fino alla catastrofe destinati ai trasporti.

Secondo : produzione di cibo post-agricolo. E cioè l’estrazione di prodotti commestibili da materie prime gli idrocarburi, dal petrolio al gas all’anidride carbonica. La Nasa già oggi ottiene zuccheri dalla Co2.

Terzo, sfruttare il mare, implementando l’acquacoltura, per esempio di alghe che non hanno bisogno di luce.