Bonus PC e internet, polemiche tra sostenitori e detrattori

di Redazione Blitz
Pubblicato il 2 Aprile 2021 - 14:16 OLTRE 6 MESI FA
Bonus PC e internet, polemiche tra sostenitori e detrattori

Bonus PC e internet, polemiche tra sostenitori e detrattori (Foto d’archivio Ansa)

Da qualche tempo si discute sui bonus – di diversa tipologia – attivati dal Governo per supportare i cittadini con un reddito basso ma anche per incrementare i consumi. A tenere banco in questo periodo è l’accesa discussione tra i sostenitori e i detrattori del bonus pc e internet.

Cos’è il bonus pc e internet?

Si tratta di una misura introdotta dal governo Conte nel 2020 per favorire il processo di digitalizzazione e dare supporto economico concreto alle famiglie, che tra smart working e didattica a distanza hanno naturalmente un maggior bisogno di entrambi.

Il bonus consiste, in buona sostanza, in uno sconto di 500 euro che copre i costi di allaccio o potenziamento della rete internet e dell’acquisto di un nuovo pc o tablet, per le famiglie con un ISEE che non superi i 20.000 euro annui (per la fase 1, per la fase 2 il bonus dovrebbe essere esteso anche alle famiglie con ISEE che non superi i 50.000 euro).

I 500 euro di bonus devono essere ripartiti: 200 euro devono essere usati per allacciare una nuova rete internet, o potenziare la vecchia, 300 euro per l’acquisto di un Pc o tablet. Per quanto riguarda le spese internet, se il bonus è usato per l’allaccio di una nuova connessione, il contratto deve essere per una rete internet di velocità uguale o superiore a 30 Mbit/s in download e 15 Mbit/s in upload, se invece si ha già un contratto attivo e si vuole usare il bonus Pc per una connessione più veloce il requisito è che il nuovo contratto sia per una rete che abbia almeno 30 Mbit/s in download e 15 Mbit/s in upload.
Per quanto riguarda invece l’acquisto di un computer o di un tablet, questi dovranno essere obbligatoriamente acquistati dallo stesso fornitore dei servizi internet.

Bonus PC e internet: pro e contro

Tra i pro di questa iniziativa c’è di certo la volontà di ridurre il digital divide ed incentivare i servizi a banda ultralarga ad ogni livello sociale e su tutto il territorio nazionale (anche se alcune Regioni hanno escluso alcuni comuni a favore di quelli considerati più svantaggiati). Dare poi la possibilità a famiglie a reddito basso di poter comunque affrontare le nuove esigenze che la pandemia ha fatto nascere ma che esistevano già. Dunque un provvedimento che fa fronte a un’emergenza non dimenticando però necessità che c’erano e continueranno ad esserci anche quando potremmo tornare in ufficio o a scuola.

Tra i contro invece vi sono le difficoltà incontrate dai cittadini per potervi accedere ma soprattutto per la necessità di acquistare anche pc o tablet dal venditore del servizio internet, impedendo ai cittadini di poter avere una scelta più ampia, scelta già limitata dal fatto che per rispettare gli standard richiesti da Infratel rientrando al contempo nel tetto massimo di 300 euro a bonus per l’acquisto materiale di un pc o di un tablet, sono stati messi sul mercato anche prodotti di non altissima qualità.

Bonus PC: detrattori e sostenitori

La questione a cui abbiamo appena accennato ci porta ai primi detrattori del bonus: le associazioni di categoria che rappresentano negozi e catene di elettronica, esclusi chiaramente dalla vendita dei dispositivi su cui è utilizzabile il voucher.

Aires (Associazione Italiana Retailers Elettrodomestici Specializzati) e Ancra (Associazione Nazionale Commercianti Radio Televisione Elettrodomestici e Affini), con l’intervento ad adiuvandum di Mediaworld, hanno addirittura impugnato dinanzi al Tar del Lazio il decreto “Piano voucher sulle famiglie a basso reddito”.

Nel ricorso si contestava il fatto che la disciplina dei bonus prevede che solo gli operatori dei servizi di connettività possano fornire anche i dispositivi informatici, precludendo questa possibilità a tutti gli altri rivenditori di dispositivi elettronici e informatici, mentre sarebbe stato semplice e logico consentire ai beneficiari di “spezzare in due” il proprio bonus e, dopo avere stipulato il contratto per la connettività, scegliere sul libero mercato il prodotto al miglior prezzo, o comunque più adatto alle proprie necessità. Il ricorso è stato respinto, ma i rivenditori di elettronica non si danno per vinti come riportato sul sito dell’associazione Ancra. Tra i sostenitori troviamo invece diverse associazioni di consumatori, chiaramente, che si sono messi a disposizione per sostenere i cittadini nella richiesta (come ad esempio Sportello Amico). Anche sui social la discussione è accesa.

Se da un lato troviamo utenti soddisfatti dall’altro piovono le critiche. Le principali arrivano da una pagina Facebook che si chiama Innovazione Inclusiva, e che spesso nei suoi post attacca il bonus definendolo poco utile soprattutto se a confronto con la possibilità di fare educazione digitale per i cittadini. L’accusa è fondamentalmente quella di aumentare il digital divide anziché diminuirlo. C’è da dire però che la pagina risulta gestita dall’agenzia di comunicazione milanese MR & Associati Comunicazione, che nel proprio portafoglio clienti cita diverse aziende.