Famiglia, Italia, fede: i valori più importanti per gli italiani

Pubblicato il 13 Marzo 2012 - 12:43 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Famiglia, Italia e religione: sono questi i valori in cui gli italiani del 2012, più poveri e sfiduciati, confidano. Lo dice l’indagine realizzata dal Censis nell’ambito delle celebrazioni per i 150 anni dall’Unità d’Italia sui valori in cui credono gli italiani.

Secondo i dati raccolti, il 65 per cento degli italiani indicano al primo posto della loro scala il senso della famiglia, il 25 per cento il gusto per la qualità della vita (rappresentata dal Paese in cui vivono, cioè l’Italia), il 21 per cento la tradizione religiosa e il 20 per cento l’amore per il bello.

Ma non si pensi alla famiglia in senso tradizionale. Nel periodo 2000-2010 sono diminuite le coppie coniugate con figli, mentre sono aumentate le coppie non sposate con figli e le famiglie con un solo genitore. In aumento anche le unioni libere. In tutto, dice il Censis, sono 5,9 milioni gli italian i che hanno “sperimentato nella loro vita una forma di convivenza libera”. E sono un milione e settantamila le famiglie in cui uno dei due partner ha un matrimonio precedente. E se anche ci si sposa meno, oltre il 90 per cento degli italiani si dice soddisfatto delle relazioni familiari, mentre più di un italiano su due (il 54 per cento) sostiene che il matrimonio garantisca maggiore solidità alla coppia.

Per quanto riguarda la qualità della vita, gli italiani dimostrano di sentire l’orgoglio di appartenere al Paese del buon vivere. Il 56 per cento di loro pensa infatti di abitare nel Paese in cui si vive meglio al mondo.

Per l’82 per cento degli italiani esiste una sfera trascendente o spirituale. Il 66 per cento si dichiara credente.

Altri valori apprezzati sono la moralità e l’onestà (giudicati importanti dal 55,5 degli italiani), il rispetto per gli altri (53,5 per cento) e la solidarietà (33,5 per cento). Riscuote successo anche la legalità: l’89 per cento dei cittadini vorrebbe misure più severe contro le droghe pesanti, l’87 per cento le ritiene auspicabili per contrastare i fenomeni legati alla guida pericolosa, il 76 per cento nei confronti dell’abuso di alcol, il 74 per cento verso le droghe leggere, il 71,5 per cento nei confronti della prostituzione, il 52 per cento verso i fumatori e il 47 per cento anche per chi mangia cibi ipercalorici che causano l’obesità.

Il Censis spiega che “Per il futuro i valori che ‘faranno’ l’Italia e gli italiani sembrano poggiare sempre meno sulla rivendicazione dell’autonomia personale e sempre più sulla riscoperta dell’altro, sulla relazione e la responsabilità. Sono valori che in questa fase fanno emergere scintille di speranza che vanno però alimentate e potenziate, affinché possano diventare un nuovo motore di crescita sociale, economica e civile del Paese”.

“La crisi del soggettivismo ha generato due pulsioni. La prima è l’apertura all’altro, la riscoperta del valore delle relazioni, convinti che ci possiamo salvare solo tutti insieme. La seconda è un emotivo approccio restrittivo verso le passate sregolatezze dell’individualismo. Ma nessuna pedagogia calata dall’alto – sottolinea ancora il Censis – potrà ‘fare’ i nuovi italiani: nessuna etica eterodiretta, tesa a rieducare i cittadini a comportamenti virtuosi, innescherà un nuovo ciclo di sviluppo civile e sociale”.