Giordano Bruno Guerri: “Gabriele D’Annunzio ha inventato Instagram. Fu il primo influencer”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 29 Novembre 2021 - 18:48 OLTRE 6 MESI FA
Giordano Bruno Guerri: "Gabriele D'Annunzio ha inventato Instagram. Fu il primo influencer"

Giordano Bruno Guerri: “Gabriele D’Annunzio ha inventato Instagram. Fu il primo influencer” (foto Ansa)

Gabriele D’Annunzio fu il primo influencer. Lo storico Giordano Bruno Guerri, intervistato da Alessandro Chetta per il Corriere della Sera, racconta: “Sto preparando un docufilm che andrà su Rai 2 a marzo. Vorrei dimostrare al grande pubblico che Gabriele D’Annunzio è padre di molte invenzioni, tutt’altro che uomo del passato coperto di polvere: è un nostro contemporaneo”.

“Capiva le novità al volo – racconta –  in primis la pubblicità, fiutava lo spirito del tempo e spesso lo creava. Inventò il selfie e di ogni sua foto curava la diffusione. Si può dire che immaginò Instagram e gli influencer…”.

(…) Al Circolo dei lettori di Torino – chiede Alessandro Chetta del Corriere della Sera – lunedì 29 novembre alle 18 e 30 terrà una lezione sull’impresa di Fiume e le vicende del confine orientale. Torino guarda il confine opposto, occidentale, dalla storia ricca ma lineare fatta di annessioni, cessioni e conquiste. Ad est invece secoli di caos. Le ragioni?

“Da est sono sempre arrivati gli invasori. Da Attila all’impero asburgico, senza dimenticare gli ottomani. È perciò un confine vero, fragile, tutt’altro rispetto alla cuginanza coi francesi ad ovest. Del resto non siamo stati solo invasi ma abbiamo cercato di assorbire alcune di quelle terre orientali, spesso con scarso successo”.

Gorizia-Nova Gorica Capitale europea della cultura

Nel 2025 però quel confine salderà le due anime con Gorizia-Nova Gorica Capitale europea della cultura. “Evento molto significativo anche se le due città sono divise solo in teoria. Si può dire siano un unico centro con le sue parti, ognuna con proprie regole, tradizioni, lingua. Io sono in un gruppo di lavoro che prepara il programma col governatore Massimiliano Fedriga e Vittorio Sgarbi”.

“Parliamo di Fiume – continua il giornalista del Corriere – La memoria resta opaca. I meno attenti, la maggioranza, l’accostano al fascismo”.

“Ma no, non più. O almeno non più come un tempo”. Dice di no? “Vige maggiore chiarezza dopo il centenario dell’impresa dannunziana, nel 2019, anche grazie anche alla digitalizzazione dell’archivio fiumano del Vittoriale (che Guerri presiede dal 2008, ndr). Di quei 16 mesi sappiamo tantissimo: vita di ministeri, prigioni, ospedali; le schede dei 30 mila legionari consultabili da chiunque. Un’operazione di verità storica che dà frutti. In più avevamo un fondo di 8000 lastre fotografiche rimaste incartate, inedite, poi restaurato e divulgato. Chi legge la Carta del Carnaro a tutto pensa tranne ai fascisti. Stilata da Alceste de Ambris, sindacalista rivoluzionario, e riscritta da D’Annunzio nella sua prosa. Vi si proclamava la parità uomo-donna, il divorzio, e molte altre cose inaudite per quel tempo”.

Giordano Bruno Guerri e D’Annunzio

“Torniamo al poeta – conclude Chetta -. Dopo anni di oblio il Vittoriale splende”.

“Ho frequentato la Cattolica di Milano – spiega Giordano Bruno Guerri – e raggiunsi il Vittoriale per la tesi di laurea su Giuseppe Bottai. Il presidente dell’epoca mi portò a visitare la casa – la Priorìa – che non era aperta al pubblico: rimasi folgorato. Molti anni dopo, circa 35, scrissi un libro su D’Annunzio L’amante guerriero e a sorpresa venne la nomina. Oggi è la casa museo più visitata d’Europa. Nel 2008 era un sito che riversava in uno stato di tristissimo abbandono, ho dovuto reinventarlo. E adesso, posso dirlo, è un posto figo». Figo? «Sì! Mi piacerebbe venisse inteso non come un ritiro per nostalgici ma una destinazione smart, attraente, così da esclamare: ‘Sai, sono andato al Vittoriale…wow!”.