Leonardo Pieraccioni, l’appello ai genitori: “Meglio tornare a un sonoro calcio nel…”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 29 Agosto 2017 - 18:07 OLTRE 6 MESI FA
Leonardo Pieraccioni (foto Ansa)

Leonardo Pieraccioni (foto Ansa)

ROMA – Via Facebook, Leonardo Pieraccioni si è lamentato di come ormai i bambini non abbiano più timore dei propri genitori. Il post è in pochi minuti è diventato uno dei più condivisi su Facebook.

“Signori! Siamo passati da ‘mio padre mi fulminava con uno sguardo’ a ‘mio padre se dice di no lo fulmino’. I nostri amatissimi pargoli sin dalla tenera età stanno prendendo dito, mano, braccio e cosce. […] Maleducati per la nostra mancanza di fiato” è lo sfogo di Pieraccioni su Facebook, che racconta anche delle marachella della sua bambina di 7 anni: “‘Babbo – mi ha chiesto seria la mia – ma se io da oggi faccio tutto quello che mi dici, tu mi potresti pagare?’. La risposta doveva essere un tenero calcio nel culo alla Chinaglia e invece mi è pure scappato da ridere. Due giorni dopo si è lamentata perché reo di averla portata nel ‘solito ristorante’ due volte nella stessa settimana! Altra pedata nel culo mancata”.

“Se le nostre amorose e moderne spiegazioni sul vivere corretto sono accolte da pernacchie e risatine, risdoganiamo il vecchio e caro ‘calcio nel culo’ dei nostri nonni; non ha mai fatto male a nessuno, anzi!” scrive il fiorentino rivolto agli altri genitori.

“Ritorniamo, in qualsiasi modo, a quei bambini educati e felici di ricevere un balocco e non a questi che ne chiedono uno al giorno per poi scordarselo nel punto esatto di dove lo hanno scartato. E soprattutto leviamoli davanti quel ca**o di Ipad”. Il messaggio – chiaro e diretto – ha ottenuto 24mila “mi piace” in poche ore, oltre a più di 2500 commenti.

“Quanto hai ragione” gli fanno sapere in molti, mentre altri sono in disaccordo con lui: “Essere genitori di una volta non significa passare dalle pedate… non mi pare che gli adulti di oggi in generale siano così eletti perché educati a botte… non cerchiamo scappatoie, ma voglia di ascoltare i nostri figli”.