Golf: i fratelli Molinari raccontati dal New York Times

Pubblicato il 1 Ottobre 2010 - 20:20 OLTRE 6 MESI FA

Francesco e Edoardo Molinari

La loro rivalità ricorda quella dei fratelli Miliband, fino a qualche giorno fa in lotta per la leadership del partito laburista inglese. Ma il golf non è  la politica. E se uno vince, l’altro non è costretto a lasciare la gara.

Inizia così un lungo profilo che il New York Times dedica oggi a Edoardo e Francesco Molinari, per gli amici Dodo e Chico, i due ragazzi d’oro del golf italiano, impegnati in Galles per la loro prima Ryder Cup. Dopo aver ripercorso le tappe più importanti della loro carriera, il giornale intervista Denis Pugh, il loro allenatore, convinto che proprio questa rivalità sia il segreto del loro successo: ”La ragione della forza di questi ragazzi – osserva Pugh – sta nel fatto che se uno fa un brutto tiro, l’altro vuole superarlo. E se uno ne fa uno buono, l’altro vuole subito imitarlo”.

Assieme a Matteo Manassero, appena diciassettene, scrive il giornale, questi giovani eleganti e poliglotti possono rilanciare definitivamente la pratica del golf in Italia. Il Nyt sottolinea gli sforzi che la nostra federazione sta facendo per aumentare il numero dei praticanti, avvicinando i giovani e il ceto medio a questo sport. Grazie ad alcuni programmi federali, osserva ancora il quotidiano, il numero dei giocatori nel nostro Paese è cresciuto passando negli ultimi 20 anni da 20mila agli attuali 100mila.

”Penso che da quando hanno vinto la World Cup, gli italiani abbiano imparato a conoscerli – aggiunge Pugh – e ha capito il valore di questi campioni. Ogni paese si esalta con le imprese dei propri sportivi. Ora tutto quello che puo’ venire dalla Ryder Cup può solo aiutare il golf italiano. Tuttavia – conclude sorridente – Francesco e’ piu’ conosciuto a Londra che a Torino. Del resto, lo stesso accade con Langer e Ballesteros, molto piu’ noti in Inghilterra che in Germania o in Spagna”.