Milan: sulla vendita ai cinesi segnalate alla Procura di Milano tre operazioni sospette

di Redazione Blitz
Pubblicato il 16 Gennaio 2018 - 09:22 OLTRE 6 MESI FA
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Milan: sulla vendita ai cinesi segnalate alla Procura di Milano tre operazioni sospette

ROMA – Milan: sulla vendita ai cinesi segnalate alla Procura di Milano tre operazioni sospette. Tre “segnalazioni di operazioni sospette” arrivate all’Unità di Informazione Finanziaria (Uif) della Banca d’Italia e da questa trasmesse al Nucleo di polizia tributaria della Gdf di Milano, che le ha raccolte in un rapporto di una decina di pagine consegnato nelle scorse settimane al procuratore aggiunto Fabio De Pasquale.

Sono queste le carte su cui la Procura milanese dovrà effettuare accertamenti e valutazioni per decidere poi se aprire un fascicolo sui flussi finanziari, o su una parte di essi, che hanno portato alla vendita del Milan.

Il club rossonero è passato lo scorso aprile dalle mani di Silvio Berlusconi a quelle dell’imprenditore cinese Yonghong Li per 740 milioni di euro e con l’utilizzo di fondi off shore. Due giorni fa, quando è uscita su La Stampa e sul Secolo XIX la notizia di un’inchiesta, ci ha pensato il procuratore Francesco Greco (che in passato ha anche ricevuto nel suo ufficio l’avvocato Niccolò Ghedini che lo ha tenuto informato “step by step su come procedeva l’operazione Milan”), a gettare acqua sul fuoco in una fase calda di campagna elettorale: “Allo stato non esistono procedimenti penali sulla compravendita dell’A.C. Milan”.

Stando a quanto ricostruito da fonti qualificate, la relazione della Gdf è arrivata sul tavolo di De Pasquale circa un mese fa. Il procuratore aggiunto De Pasquale è il pm che ha ottenuto la condanna definitiva per frode fiscale dell’ex premier per il caso Mediaset e che sta anche indagando sulla tentata scalata dei francesi di Vivendi al gruppo dell’ex Cavaliere dopo l’esposto di Fininvest.

La relazione della Gdf è una sorta di rapporto ‘contenitore’ che comprende anche tre cosiddette ‘sos’. Le ‘sos’ sono segnalazioni che banche, intermediari finanziari o altri operatori del settore, anche professionisti, sono tenuti ad inviare all’Uif di Bankitalia quando, come prevedono le norme, “sanno, sospettano o hanno ragionevoli motivi per sospettare che siano in corso o che siano state compiute o tentate operazioni di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo”.

Sulla base di questi atti ricevuti i pm valuteranno se aprire o meno un fascicolo ed eventualmente con quale ipotesi di reato. Per vicende di questo tipo “così fumose e complicate, dove non si sa quali siano le parti in causa, non si procede subito alle iscrizioni” aveva precisato Greco, che ha negato l’esistenza di un procedimento penale. In sostanza, il procuratore di Milano ha lasciato intendere che è necessario prima di tutto fare accertamenti e analizzare le carte prima di procedere, eventualmente, nelle indagini.