Sacchi come Ancelotti: “Sospendiamo le partite in caso di insulti”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 14 Novembre 2018 - 21:01 OLTRE 6 MESI FA
Sacchi come Ancelotti: "Sospendiamo le partite in caso di insulti"

Sacchi come Ancelotti: “Sospendiamo le partite in caso di insulti” (Ansa)

ROMA – Arrigo Sacchi sposa l’idea del tecnico del Napoli Carlo Ancelotti di sospendere le gare in caso di insulti: ”Sono assolutamente d’accordo. L’Italia ha illuminato il Mondo fino al Rinascimento, ora siamo penultimi nelle iscrizioni alle università. Per la smania di vincere abbiamo tolto tutti i valori. Pur di vincere abbiamo avvicinato le frange più discutibili delle città, dando anche soldi affinché urlassero contro gli avversari”.

Sacchi, a margine della cerimonia di apertura dello ”Sport Movies & Tv Festival”, sostiene il lavoro fatto in Nazionale dal ct Roberto Mancini: ”Bisogna essere fiduciosi in un Paese sfiduciato. Il pessimismo non porta nulla, se non alla disgregazione. Serve ottimismo, crederci e investire un po’ di più sui tanti giovani che abbiamo”.

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Cosa aveva detto Ancelotti

“È difficile se non impossibile essere insultati in Inghilterra, mentre in Francia non c’è la passione che c’è in Spagna e in Italia. La gente non è così coinvolta e partecipe. In Spagna c’è una rivalità forte tra Barcellona e Real Madrid ma non la maleducazione che c’è negli stadi italiani. Ma le gare possono essere sospese per questo”.

Carlo Ancelotti, a Coverciano per la consegna della Panchina d’Oro 2017-2018, spinge per provvedimenti immediati commentando l’episodio di Josè Mourinho che, al termine di Juventus-Manchester United, ha reagito con un gesto provocatorio dicendo di essere stati insultato per 90′.

“Adesso abbiamo un vantaggio, cioè che si possono sospendere le partite – dice Ancelotti -. Si è fermata per la pioggia e si possono fermare anche se si insulta, si può fare e penso che lo faremo. In Italia, a livello di cultura siamo indietro, si pensa ancora che una partita di calcio sia una battaglia, invece è un evento e la maleducazione non deve più entrare”.