Non è l’Arena, l’addio di Massimo Giletti. Agli spettatori o a La7?

di redazione Blitz
Pubblicato il 10 Giugno 2019 - 10:42 OLTRE 6 MESI FA
Non è l'Arena, l'addio di Massimo Giletti. Agli spettatori o a La7?

Non è l’Arena, l’addio di Massimo Giletti. Agli spettatori o a La7?

ROMA – Suonano come parole d’addio a La7 quelle pronunciate domenica 9 giugno da Massimo Giletti, alla fine dell’ultima puntata di Non è l’Arena. 

“L’ultimo passaggio della nostra Arena, qui. Ringrazio gli ospiti di questa sera. Io non so dove ci vedremo la prossima stagione televisiva. So solo che qui a La7 ho vissuto molto bene. Ad maiora”, ha concluso il conduttore piemontese. 

E’ da diversi mesi che si parla di un suo possibile ritorno in Rai, dopo la cacciata nel 2017. Adesso il governo è cambiato e un ritorno di Giletti sarebbe gradito, ma rischia di scontrarsi con l’altro conduttore di punta della domenica sera, Fabio Fazio, che è stato spostato da Rai Uno a Rai Due con il suo Che tempo che fa. 

“La Rai – aveva detto Giletti pochi giorni fa a La Zanzara, su Radio 24 – è nel mio cuore, io penso di ricordare solo cose belle. Non ricordo i servi di partito che mi hanno cacciato o persone che hanno deciso di farmi andar via. C’è stato qualcuno che ha spinto per farmi andar via. Ma io sono per l’assoluta libertà. Sono cose vecchie, quello che conta è lavorare bene”.

E sugli interventi di Salvini su Fazio e Lerner: “La politica non dovrebbe entrare in modo così duro…Ma la Rai è un bene pubblico, il riferimento è il Parlamento, quindi il Parlamento non può far finta di non vedere. Poi che ci sia anche la Commissione di Vigilanza, roba da Minculpop che non l’ho mai capita… però smettiamola di essere ipocriti. Le nomine dei direttori di rete e dei telegiornali sono sempre state politiche. Allora non è che una volta che non c’era Salvini andava bene e adesso no. Non si dovrebbero mai occupare in modo così diretto di robe politiche. Però la strategia di Salvini è una strategia di questo tipo. Creare un nemico ogni settimana per far discutere, creare consensi, polemiche”. Allo stesso tempo aveva chiarito: “Non esiste solo la Rai come alternativa, ci sono altre aziende…”. (Fonti: La7, La Zanzara)